Qual’è il modo migliore per risparmiare energia? Ad esempio limitandone il consumo quando l’utilizzo non è strettamente necessario (spegnere la luce quando non si è in una stanza, scollegare gli apparecchi in disuso dalle prese di corrente); questi accorgimenti dovrebbero però già essere ben fissati nella mente di tutti gli italiani.
Una particolare soluzione per abbattere i consumi è però poco presa in considerazione dal cittadino medio: sto parlando dell’efficienza energetica!
Le perdite di energia elettrica dovute al trasporto e alla distribuzione dalle centrali elettriche fino alle nostre case sono uno dei principali deficit dei sistemi elettrici. A livello personale possiamo mettere in conto tutte le perdite relative ad apparecchi casalinghi che funzionano male o che, ormai appartenenti ad una generazione tecnologica precedente, consumano troppo. E’ come dover innaffiare un prato con un tubo dell’acqua che ha dei piccoli fori di cui non ci accorgiamo, riusciamo comunque a compiere il nostro lavoro ma sprechiamo una risorsa fondamentale per noi e per il nostro pianeta.
Ecco perché ogni anno si effettuano più studi relativi al grado di efficienza dei nostri impianti e delle nostre case. Ho scritto delle nostre case perché ad esempio uno di questi rapporti è stato effettuato dal gruppo “Fire & Green Building Council Italia” , riguarda l’anno 2015 e si focalizza chiaramente sulla situazione degli edifici. Da quanto riporta lo studio il nostro paese sarebbe in ritardo riguardo gli obiettivi sul clima imposti dall’Unione Europea per il 2020 e che tra gli altri include un miglioramento dell’efficienza energetica del sistema elettrico nazionale del 20%.
La mancanza di incentivi per il miglioramento delle condizioni delle nostre abitazioni, l’assenza di dati affidabili sui consumi (nonostante si abbiano tecnologie adatte allo scopo, dette contatori intelligenti, non vengono utilizzate, soprattutto nel sud Italia) e la bassa percentuale di investimenti a lungo termine, rendono il problema piuttosto grave a livello nazionale.
C’è chiaramente bisogno di una presa di posizione del governo in modo da rendere attuabile una visione d’insieme in grado di garantire un miglior tenore di vita per noi e per le strutture in cui viviamo. Infatti, sebbene negli ultimi 20 anni c’è stato un miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici (che a mio avviso in un arco di tempo cosi ampio avrebbe dovuto essere obbligatorio, quindi non c’è da essere troppo soddisfatti), questo ha riguardato soprattutto il settore terziario: imprese e industrie hanno beneficiato degli incentivi del conto termico relativi appunto alle aziende mentre mancano politiche rivolte alle utilities per quanto riguarda le prospettive di interventi di riqualificazione e ristrutturazione.
La nostra politica energetica si basa principalmente sulle importazioni di fonti fossili dall’estero, un sistema elettrico nazionale efficiente ne ridurrebbe sicuramente la percentuale, con ottimi risultati anche per la nostra economia. Dario Di Santo, direttore del Fire spiega: “siamo stati il primo paese a fare una campagna di contatori intelligenti, ma non usiamo questi dati.
L’Italia, con Corea e Giappone, è l’unico Paese che ha più dell’80 percento di dipendenza dall’estero: ma bisogna capire che sostenibilità vuol dire competitività”. E quindi bisogna investire: per esempio promuovere il teleriscaldamento nei centri storici e l’uso delle biomasse “purché siano locali e si traducano in investimenti, non ha senso che vengano dal Canada, come succede adesso”.
Alcuni dati sull’efficienza energetica in Italia
L’efficienza energetica dovrà quindi essere nel prossimo futuro un punto a cui fare particolare attenzione: in Italia ci sono circa 15 milioni di abitazioni. Sappiamo bene quali sono le difficoltà di far approvare o meno un intervento di riqualificazione dell’edificio in un’assemblea condominiale. Oltre alle soluzioni previste dal Conto Termico 2016 (che trovate nel dettaglio in un articolo del nostro blog), ciò che prospetta il Fire è la creazione di uno speciale fondo nazionale in grado di rimborsare alle famiglie fino al 90% dell’importo speso (in bolletta o tramite credito d’imposta) per l’intervento effettuato.
Quanto emerge da un altro studio, l’Energy Efficiency Report relativo all’anno 2015 e redatto dall’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, che ha analizzato gli investimenti in efficienza energetica in Italia del comparto industriale, in particolare nei settori a maggior consumo di energia, riguarda il capitale speso per migliorare l’efficienza energetica in Italia: nel 2015 si sono investiti 5,6 miliardi di euro, oltre il 10% in più rispetto all’anno precedente.
Si conferma dunque il trend positivo degli ultimi 4 anni, con una crescita annua del 14% (nel 2012 gli investimenti erano stati di 3,8 miliardi), anche se l’aumento più consistente si è registrato nel 2014, quando da 4 miliardi si è saliti a 5,2.
E’ il comparto residenziale a guidare la classifica (3 miliardi, il 53% del totale), seguito da quello industriale (circa 1,8 miliardi, il 32%) e da terziario e uffici, inclusa la pubblica amministrazione, che valgono meno del 14% del totale. Una notevole fonte d’innovazione che a questo punto non può che farci ben sperare riguardo alla presa di coscienza dell’importanza del problema da parte delle amministrazioni e dei privati cittadini.