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Si sa, in questi anni di crisi le bollette sono diventate sempre più salate e tutti i cittadini fanno il possibile per risparmiare anche solo una manciata di euro. Inoltre, sono particolarmente afflitti dalla crisi molti musei e palazzi storici, tanto che sono dovuti correre ai ripari con iniziative lodevoli ed efficaci per non far morire proprio ora la nostra storia.
Basti pensare a tutti gli sconti, alle notti bianche o agli incentivi per visitare le mostre, cosa che non fa che favorire il turismo nelle nostre città, che potrebbero sopravvivere soprattutto grazie a questo. Tuttavia, il mantenimento di un allestimento o di un palazzo storico è assai oneroso, specialmente per quanto riguarda i cosi dell’elettricità.
Si spendono centinaia di euro per un’adeguata illuminazione che non solo non danneggi le opere, ma – cosa altrettanto importante – le metta in risalto. Pertanto il dado è stato tratto e il Ministero dei Beni culturali ha deciso di firmare con Enea.
In cosa consiste questo accordo tra Ministero dei Beni Culturali ed Enea?
Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), e Federico Testa, presidente dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie hanno compreso di dover mettere al centro dei loro piani lo sfruttamento di nuove tecnologie, più efficienti, per poter ridurre gli elevati consumi.
L’accordo ha una durata prevista di circa tre anni e annuncia di voler avviare progetto per la valutazione dell’impronta energetica degli edifici storici.
Tutto questo dovrebbe permettere di individuare gli adeguati interventi per l’efficientamento dei luoghi sopra citati di modo tale da riuscire ad abbattere i costi del circa 30% per quanto riguarda i consumi di climatizzazione e risparmiare oltre il 40% quelli per l’illuminazione grazie all’installazione di lampade a LED e all’impiego di tecnologie di smart lighting.
Infatti, tra i settori che richiedono più energia della Pubblica amministrazione, vi è il complesso dei musei nazionali.
Questi pagano ogni anno una bolletta energetica di circa 260 milioni di euro e hanno i consumi in salita di più del 50% rispetto agli anni ’80.
Ma quali sono i maggiori costi?
I luoghi culturali del nostro Paese sono più di 5 mila, annoverando tra essi musei, palazzi storici, aree archeologiche, ecc. I servizi essenziali che devono essere quindi garantiti sono soprattutto illuminazione, climatizzazione e ICT e devono quindi essere questi servizi essenziali che vanno riprogettati non solo per ridurre i consumi, ma anche per garantire il massimo comfort ambientale per la migliore conservazione e fruizione delle opere d’are e delle strutture architettoniche.
Per di più, cosa molto interessante, si vuole provare a favorire lo sviluppo della ricerca anche all’arte e, così facendo, cercare di promuovere nuove tecnologie come, per esempio, l’innovativo fotovoltaico invisibile.
Tramite il suo impiego si potrebbe sfruttare l’irraggiamento solare nei più di 1600 ettari di aree archeologiche, di cui l’80% sono poste al centro-sud, quindi con un clima assolutamente favorevole.
Quali sono i vantaggi per i cittadini?
Questo innovativo articolo, fortemente sponsorizzato da Enea, è il realtà un modulo di fotovoltaico a forma dell’elemento architettonico desiderato. Questo permette di raggiungere l’integrazione architettonica perfetta poiché è indistinguibile dai più tradizionali oggetti edilizi e consente di ottenere una riqualificazione energetica anche nei centri storici, protetti da normative e vincoli paesaggistici (sarebbe impossibile, per esempio, mettere pannelli solari in piazza del Duomo, a Milano, perché la deturperebbe e danneggerebbe il turismo).
Altra valida alternativa è quella della pietra fotovoltaica, che simula in tutto e per tutto il materiale naturale pur non essendolo. Questi oggetti hanno non solo il vantaggio di produrre un’energia pulita, ma anche quello di essere autopulenti e integrarsi con l’ambiente (l’occhio di un non esperto non li nota neppure).
Inoltre, vi è la proposta di sostituire le vecchie lampadine adibite all’illuminazione con i LED, che hanno una durata considerevole, sono sostenibili e sono state create per favorire il risparmio energetico.
Sono inoltre previste delle attività riservate a personale volte per lo più ad insegnare loro come spendere di meno evitando gli sprechi inutili. Insomma in questa iniziativa, l’accordo preso è senza alcuna ombra di dubbio molto vantaggioso.
In maniera indiscutibile si sono trovati dei vantaggi economici, tuttavia anche l’arte e la cultura hanno avuto molti benefici. Infatti non si è deciso di ricorrere a tagli sul nostro patrimonio culturale, cosa che ormai si sente sempre più spesso, ma si è deciso di modificare la nostra visione e le nostre tecnologie portando, così, ad un vantaggio multiplo.