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Quando si parla di energia geotermica in Italia, ci si trova preparati; è infatti dall’inizio del Novecento che il nostro paese sfrutta il calore della Terra per produrre energia elettrica tramite la realizzazione di centrali elettriche geotermiche capaci di sfruttare la forza del vapore; i vapori provenienti dal sottosuolo erano una valida alternativa alle innovative macchine a vapore industriali dell’epoca e avevano il pregio di non utilizzare il costoso carbone per alimentare le caldaie.
La produzione di energia elettrica dalla geotermia è fortemente concentrata in Toscana (Pisa, Siena e Grosseto). I giacimenti naturali di vapore in questa regione producono ogni anno oltre 14400 GJ di energia nelle sole centrali toscane di Larderello (Pisa, primo impianto costruito al mondo) e di Radicondoli (Siena). Oltre a alla Toscana, in Italia ci sono altre zone che sfruttano anche le acque termali: le più note si trovano ad Acqui Terme in Piemonte, ad Abano Terme in provincia di Padova, a Lazise e Caldiero in provincia di Verona e a Ferrara in Emilia.
Bisogna però differenziare tra tre differenti metodologie di recupero del calore contenuto nel sottosuolo:
- Geotermia classica: nelle aree geografiche interessate da fenomeni vulcanici o tettonici (Islanda, Giappone) si trovano dei serbatoi geotermici ad alta entalpia caratterizzati da temperature molto elevate (oltre i 150 °C). In queste zone l’acqua e i gas scaldati nel sottosuolo salgono fino in superficie ad alta pressione sotto forma di geyser o soffioni e possono essere usati per la produzione di energia elettrica Per mantenere costante il flusso di vapore e conseguentemente produrre energia con continuità, spesso si immette acqua fredda in profondità, favorendo la risalita del vapore.
- Geotermia a media entalpia: i depositi a media entalpia hanno temperature più basse (tra i 90 e i 150 °C circa): in questi casi il calore della Terra può essere trasformato in energia elettrica nelle centrali geotermiche a ciclo binario, che non hanno bisogno di temperature elevate perché utilizzano fluidi particolari che si trasformano in vapore a una temperatura meno elevata di quella che serve all’acqua. In questi sistemi a ciclo combinato infatti il fluido geotermico viene utilizzato per vaporizzare, attraverso uno scambiatore di calore, un secondo liquido (ad esempio isopentano), con temperatura di ebollizione più bassa rispetto all’acqua. Il fluido secondario si espande in turbina e viene quindi condensato e riavviato allo scambiatore in un circuito chiuso, senza scambi con l’esterno. Tali centrali sono le più redditizie.
- Geotermia a bassa entalpia: è quella su cui oggi ci si concentra di più; lavora con temperature tra i 30 e i 90 °C : in questo caso NON si riesce a produrre energia elettrica, ma si può sfruttare l’energia termica che proviene dal sottosuolo per riscaldare piscine, centri termali, interi edifici collegati in rete (teleriscaldamento), serre, eccetera. Le pompe di calore geotermiche permettono di impiegare temperature ancora più basse per riscaldare le case in inverno e rinfrescarle in estate. Sfruttano il semplice principio per il quale d’inverno la temperatura dell’aria all’esterno è più bassa di quella del sottosuolo e viceversa d’estate.
Vantaggi e Svantaggi degli Impianti funzionanti a Geotermia Classica e a Media Entalpia
- Costo ridotto: 40-80 €/MWh (il costo d’investimento include la trivellazione delle zone interessate)
- Energia pulita e praticamente inesauribile se utilizzata in maniera corretta (non consuma materie prime)
- Necessità di smaltire componenti inquinanti contenuti dal vapore (ad esempio l’idrogeno solforato H2S, che provoca anche un odore spiacevole e persistente)
- Impatto visivo sgradevole (groviglio di tubature antiestetiche)
- Manutenzione costosa a causa di problemi di corrosione ed eutrofizzazione (produzione di microrganismi) degli impianti
- Rischi di subsidenza (spostamento lento della superficie terrestre) se non vi è l’immediata re-immissione dei fluidi utilizzati
Pregi dell’Energia Geotermica a Bassa Entalpia
- Economicamente è molto vantaggiosa, in quanto non utilizzando materie prime come combustibili fossili, l’utente finale non dovrà pagare per la fornitura di gasolio, gas naturale, ecc.
- Per quanto riguarda l’ambiente, non ha particolari problematiche, a meno che sotto l’abitazione dove si installa la pompa di calore sia presente una falda acquifera
- Sono impianti molto sicuri, semplici e non richiedono di molta manutenzione
- Disponibilità delle risorse illimitata; il calore della Terra è un flusso continuo di energia che non smette mai di compiere cicli chiusi
- Visivamente non hanno nessun impatto negativo sul territorio, in quanto la loro architettura permette l’esclusiva localizzazione di tutte le strumentazioni sottoterra
Le tecnologie che invece non sono ancora mature e quindi non ancora del tutto commercializzabili sono: gli EGS (Sistemi Geotermici Stimolati) prima detti HDR, che sfruttano la stimolazione meccanica delle rocce secche presenti nel sottosuolo, i sistemi pressurizzati, i fluidi supercritici (per i sistemi a ciclo binario), i sistemi magmatici e le salamoie calde; data la loro immaturità sono detti nell’insieme UGS (Sistemi Geotermici Non Convenzionali).
Penso che si potrebbe usare anche una salamoia pompata a una profondità che garantisca una temperatura sufficiente, che agisca, a circuito chiuso e quindi senza alterazioni della falda, come scambiatore di calore per produrre vapore e azionare le turbine. Occorre utilizzare acqua dolce ma si potrebbe usare parte dell’energia prodotta per dissalare acqua marina. I costi resterebbero bassi (quelli di esercizio) e si disporrebbe di fonti praticamente inesauribili.