Alzi la mano chi vorrebbe non vedersi più consegnare dal postino di turno una marea di bollette tra le quali illuminazione, gas, rifiuti, acqua, ecc.. Naturalmente intendo la bellissima eventualità in cui la vostra casa sia, dal punto di vista energetico, totalmente autosufficiente, tale da poter rinunciare ad acquistare elettricità e gas naturale per le azioni quotidiane domestiche. Dal prossimo anno, un primo progetto italiano vedrà la luce in provincia di Trento, sperando non diventi solamente un caso isolato.
L’abitazione, chiamata “super-sostenibile” o anche “Casa Sn” è in fase di costruzione ad Arco di Trento e al termine della sua costruzione, non solo non avrà nessun impatto sull’ambiente circostante, ma addirittura l’effetto provocato dalla sua presenza sul territorio sarà positivo!
Completamente autonoma, ha l’enorme pregio di far sì che tutto ciò che viene consumato è prodotto, trattato, gestito sul posto e il residuo impatto sull’ambiente, ridotto al minimo, viene abbattuto secondo vari sistemi di compensazione, anche tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili.
L’edificio è pensato in chiave ecologica sin dalle sue fondamenta, poiché anche l’anidride carbonica emessa nella fase di costruzione, verrà compensata da un fondo che promuove progetti di energie rinnovabili per organizzazioni sociali, che verranno scelte in modo meritocratico.
Il progetto Living Building Challenge
La certificazione denominata “Living Building Challenge” o “LBC“, creata nel 2006 dall’International Living Future Institute di Seattle, è intesa come la sfida a cui ingegneri e architetti sono chiamati per costruire in tutto il mondo edifici capaci di adattarsi al territorio circostante, tanto da esserne parte integrante.
Attualmente i progetti registrati o certificati LBC nel mondo sono più di 300 e sono in continua crescita, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa, in diverse fasce climatiche e con differenti tipologie di strutture (scuole, uffici, comunità, centri di ricerca, abitazioni). E’ la prima volta, però, che accade in Italia.
Questo protocollo, inteso come prestigioso riconoscimento per la sostenibilità edilizia, si differenzia da tutti gli altri riconoscimenti, in quanto la valutazione finale fatta dall’ente sull’abitazione, viene rilasciata solamente dopo dodici mesi di utilizzo, nei quali i consumi verranno quotidianamente analizzati tramite centraline di controllo molto attente agli standard di sostenibilità degli edifici.
Il progetto ha preso vita in seguito alla costituzione, un anno fa circa, del “Living Building Challenge Collaborative: Italy” (composto da gruppo di volontari impegnati per l’attuazione in Italia dei principi LBC presso il Progetto Manifatturiero di Rovereto, cittadina anch’essa vicina a Trento e riconosciuta come il punto di riferimento della green-economy italiana) ed alla seconda edizione, recentemente conclusa, di Regeneration (primo concorso di progettazione europeo per giovani architetti e ingegneri interamente basato sul LBC ).
I pionieri italiani che intendono mettere in pratica i principi dell’architettura “rigenerativa” sono Nicola e Sara Berlanda, una coppia di Arco che ha deciso di sposare il progetto LBC nella realizzazione della casa per la propria famiglia. “Il rispetto dell’ambiente è un argomento che ci è sempre stato a cuore. È stato quindi naturale trovarsi in sintonia con il protocollo comunitario sin dal primo momento, pur coscienti che avremmo dovuto superare qualche difficoltà tecnica in un paese ancora complessivamente indietro come il nostro, su tale materia”.
L’edificio LBC è bello, salubre (vi è un’attenzione speciale alla salute dell’individuo e all’utilizzo di materiali e prodotti non dannosi), realizzato con criteri di biofilia, equità e trasparenza. Insomma, è l’edificio del futuro, realizzabile oggi.
Non è ancora dato sapere al pubblico come l’abitazione sarà suddivisa in termini di spazi, tecnologie energetiche e sistemi di monitoraggio, ma sono sicuro che sia dal punto di vista del design architettonico che dalla sua funzionalità, rimarremo tutti piacevolmente sorpresi. Le case del futuro quindi stanno arrivando nel nostro paese e il Trentino Alto Adige si conferma un territorio all’avanguardia in ogni ambito per quanto riguarda le scelte ecologiche, sia delle sue istituzioni che dei suoi abitanti.
Per concludere cito una bella storia raccontata da Andrea Rigo, architetto e progettista di Casa Sn: «Un giorno un produttore di vino mi porta con orgoglio a visitare prima i suoi vigneti, successivamente la cantina. Alla degustazione esclamo: Ottimo!” Il prodotto mi è parso veramente buono, anche se non posso definirmi un esperto di vino. Noto che sull’etichetta non compare nulla delle massime attenzioni con cui è coltivata la vite e prodotto il vino. Attenzioni massime all’ambiente, al prodotto che sono emerse nella visita e nella degustazione.
Quindi forse ingenuamente chiedo il perché non evidenziare queste peculiarità sull’etichetta e come risposta ottengo: “Il vino è di per se naturale”. Da architetto dico che anche l’abitare è di per se naturale. Un naturale che si confronta con la miglior tecnica possibile per quel luogo e quella circostanza, e che l”architetto deve saper ricreare per accontentare gli occupanti, ma anche solamente chi guarda l’abitazione dall’esterno».