Innanzitutto mi pare giusto specificare di cosa parleremo in questo articolo, in quanto l’argomento principale non sono né le prese che si usano in arrampicata per tenersi aggrappati a dei muri verticali, né tanto meno sono le presine, oggetti utili per non scottarsi quando si prende in mano una pentola che è stata sul fuoco. Oggi vi parlerò di un componente fondamentale per le nostre vite, che agli occhi di molti risulta impercettibile, ma non per la grandezza dello stesso, ma più per l’abitudine che ormai abbiamo di considerarlo un elemento comune nelle nostre case: la presa elettrica e cioè quel dispositivo attraverso il quale è possibile usufruire di elettricità. Nello specifico parleremo della presa elettrica di tipo Schuko.
Partendo dall’inizio della storia della spina elettrica si scopre che la prima utilizzazione dell’elettricità in ambito domestico fu ad uso esclusivo degli ambienti interni, chiaramente per illuminarli, e l’unico tipo di presa presente all’epoca era comunemente detta portalampada.
Il primo vero sistema “presa-spina” separabile fu inventato e brevettato nel novembre del 1904 da Harvey Hubbell, inventore ed imprenditore americano originario del Connecticut. A Hubbell si deve la differenziazione tra le due componenti, in quanto per motivi di sicurezza, il lato costantemente sotto tensione è sempre la presa (o femmina) mentre è la spina (o maschio) a poter essere innestata nella presa all’occorrenza. In questo modo il lato perennemente in tensione non rimane esposto al possibile contatto.
Storia della presa Schuko
Il sistema Schuko, protagonista del nostro articolo, è invece nato in Germania da un brevetto depositato nel 1926 da Albert Büttner, venditore tedesco di materiale elettrico. La particolarità del nome deriva dal termine Schuko, che è l’acronimo di Schutz-Kontakt , contrazione del termine tedesco Schutzkontakt ( letteralmente “contatto di sicurezza”), indicante semplicemente che la presa è provvista di un contatto per la messa a terra sotto forma di molletta.
Cosa significa? Quando inserita nella presa, la spina Schuko copre la cavità, evitando che possano essere toccati accidentalmente gli spinotti della presa stessa e stabilisce prima il contatto di terra, grazie alle mollette laterali, e successivamente i contatti di fase e neutro.
Questi ultimi due contatti sono quelli effettivi che permettono il passaggio di corrente, hanno un diametro di 4,8 mm, sono lunghi 19 mm e sono distanti tra loro 19 mm. Questo connettore è usato per collegare carichi fino a 16 A in circuiti di corrente alternata a 220 V e 50 Hz.
Sono considerate spine molto sicure quando vengono utilizzate con prese dello stesso tipo. Possono però risultare pericolose se usate con prese diverse (per esempio inserendole con forza in una normale presa italiana da 10 A, impedendo la messa a terra e lasciando scoperti gli spinotti, spesso danneggiando la presa stessa).
La sigla identificativa della presa Schuko è CEE 7/4, o anche Tipo F (negli Usa). In Italia viene comunemente definita “presa tedesca”. Gran parte delle moderne spine Schuko sono una versione ibrida della Schuko con un foro aggiunto (CEE 7/7) che accetta il contatto di terra delle prese francesi, che non utilizzano il sistema originale.
Un grosso problema di prese e spine elettriche per uso domestico è che sono i componenti elettrici che più di tutti gli altri non hanno subito alcuna forma di unificazione; questo soprattutto a causa delle resistenze dei diversi paesi ad abbandonare il proprio sistema, in quanto molte delle nazioni industrializzate utilizzano apparecchi diversi tra di loro. L’Unione europea fino ad ora non è mai stata in grado di imporre una normativa di unificazione per le prese di uso domestico (al contrario di quelle industriali).
La presa Schuko si è imposta quindi come modello standardizzato in buona parte dell’Europa continentale (ma è un sistema usato in oltre 40 Paesi) soprattutto da quando la corrispondente spina è stata adottata quasi universalmente dai piccoli e grandi costruttori di elettrodomestici.