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La pesca sostenibile è necessaria per garantire che oceani e acque dolci siano ricchi di fauna ittica anche per le generazioni future.
Gli ambienti acquatici ospitano infatti innumerevoli specie di pesci ed invertebrati, la maggior parte dei quali viene consumata come cibo, mentre altri sono pescati per ragioni economiche come le ostriche da perle utilizzate in gioielleria.
Pesci e frutti di mare sono rispettati in tutto il mondo ed in molte culture, in quanto fonte importante di proteine e grassi salutari. Per migliaia di anni, le persone hanno pescato per garantire cibo alle proprie famiglie e comunità locali.
La tecnologia nemica della sostenibilità
La richiesta di pesce e i miglioramenti in campo tecnologico hanno portato a pratiche di pesca che stanno impoverendo la popolazione di pesci e molluschi in tutto il mondo.
I pescatori rimuovono 77 milioni di tonnellate di fauna ittica dai mari ogni anno. Gli scienziati temono che continuando a pescare con questo ritmo si potrebbe presto verificare un collasso nei siti di pesca mondiali.
Prendiamo l’esempio del tonno a pinna blu. Questo è uno dei più grandi e rapidi pesci sulla Terra. É conosciuto per la sua carne deliziosa, che viene spesso consumata cruda, come sushi.
La richiesta per questo particolare pesce lo ha portato a prezzi altissimi sul mercato e ne ha minacciato la popolazione. La popolazione odierna di tonno a pinna blu è stimata tra il 21 ed il 29 percento della sua popolazione nel 1970.
Più o meno da allora, i pescherecci commerciali hanno catturato il tonno a pinne blu utilizzando tecniche di pesca con rete da circuizione e con palamito. La prima tecnica consiste nell’utilizzare una rete per radunare i pesci e poi avvolgerli tirando una corda della rete.
Queste reti possono catturare moltissimi pesci in un colpo solo, e vengono usate tipicamente per catturare pesci in branco o che si radunano per l’accoppiamento.
Il palamito invece è costituito da una lenza molto lunga (fino a 100 km) trainata da una barca. Queste lenze hanno migliaia di ami con esca collegati a lenze più sottili che si diramano da quella principale.
Sia la pesca con reti da circuizione sia con palamito sono metodi di pesca molto efficaci, che possono catturare centinaia, se non migliaia, di pesci alla volta.
Metodi di pesca sostenibili
C’è senz’altro modo di pescare in maniera sostenibile, garantendoci di gustare pesce ed allo stesso tempo assicurando che la popolazione ittica venga preservata per le future generazioni.
In molte culture indigene le persone hanno pescato in maniera sostenibile per migliaia di anni. Le pratiche di pesca sostenibile di oggi riflettono alcune delle lezioni apprese da queste culture.
Nelle Filippine, il popolo dei Tagbanua ha impiegato in maniera tradizionale pratiche di pesca che allo stesso tempo raccolgono e mantengono la fauna ittica. Essi seguono queste pratiche a tutt’oggi.
I Tagbanua pescano solo alcune specie nei diversi periodi dell’anno, determinati dalle maree e dalla luna, permettendo ai branchi di pesci di ripopolarsi. Tralasciano inoltre alcune zone, come le barriere coralline, in quanto luoghi protetti nei quali la pesca è proibita.
Quando pescano, essi utilizzano principalmente metodi con lenza ed amo, catturando solo quanto necessario per sfamarsi e per sfamare le proprie comunità.
Uno studio del 2007 dimostra come le pratiche tradizionali dei Tagbanua fossero un modo per prevenire ferite e morti tra i locali delfini Irrawaddy, i quali restano spesso incagliati nelle reti e trappole moderne.
Anche le culture polinesiane tradizionali nel Pacifico meridionale hanno sempre fatto affidamento sulle risorse dell’oceano. Le loro pratiche tradizionali più comuni erano lenza ed amo, pesca con fiocina ed il giacchio, una rete circolare che viene lanciata dall’alto. Gli ami costruiti con osso, conchiglie o pietre, erano progettati per catturare specie di pesce specifiche.
I pescatori realizzavano inoltre fiocine fino a due metri di lunghezza. Immergendosi sott’acqua o stando al di sopra della superficie catturavano pesci, anche qui distinguendo per specie. Il giacchio invece veniva utilizzato da pescatori individuali o in gruppi.
Le reti potevano essere lanciate dalla spiaggia o da canoe, in maniera da catturare gruppi di pesci. Tutti questi metodi avevano come obiettivo di cattura solo il pesce necessario per le famiglie dei pescatori e le proprie comunità locali.
Alcune di queste pratiche di pesca sostenibili vengono usate ancor’oggi. I nativi hawaiani pescano con giacchio e fiocina. La pesca moderna con fiocina viene praticata in tutto il mondo, incluse America del Sud, Africa, Australia e Asia.
In molti casi, si utilizzano fucili subacquei in grado di “sparare” fiocine sott’acqua. La pesca con la fiocina è una popolare attività ricreativa in alcune zone degli Stati Uniti, incluse Florida e Hawaii. Questa pratica di pesca viene considerata sostenibile in quanto permette di catturare un pesce alla volta e risulta in catture molto limitate.
Canna e mulinello
Qualora tu sia mai andato a pescare, probabilmente hai utilizzato canna e mulinello. Canna e mulinello è la versione moderna di amo e lenza tradizionale. Le canne ed i mulinelli si trovano in forme e dimensioni differenti, in maniera da permettere a pescatori professionali e commerciali di pescare una grandissima varietà di pesci sia in acque dolci che salate.
Le differenti tipologie di canne e mulinelli, assieme ai diversi siti di pesca ed esche, permettono ai pescatori di catturare pesci d’altura come il pesce vela, da fondale come la platessa e specie d’acqua dolce come carpe o trote.
La pesca con canna e mulinello riduce al minimo le catture involontarie in quanto le specie non desiderate possono essere liberate immediatamente. In aggiunta a ciò, le catture avvengono una alla volta, impedendo così la pesca eccessiva. Per pescatori commerciali, la pesca con canna e mulinello è sicuramente più sostenibile di quella con palamito.
Un ultimo modo per prevenire la pesca eccessiva e le catture involontarie è semplicemente astenersi dal mangiare pesce o altri frutti di mare. Il Dr. Sylvia Earle, rinomata scienziata marina e National Geographic Explorer in-Residence, suggerisce che le persone dovrebbero prendere una pausa dal consumare fauna ittica finchè non riusciremo a capire come mantenerla in salute e numerosa.
Cosa possiamo fare da consumatori?
Da consumatori possiamo scegliere pesce proveniente da siti di pesca ben mantenuti e sostenibili. Per farlo dovremmo informarci sul luogo di provenienza del pesce che mangiamo e come è stato catturato.
Risorse come la “Seafood Decision Guide” possono aiutarci a fare una scelta consapevole nell’interesse del futuro dei nostri oceani.
La sfida che rimane sul tavolo è quella per i legislatori di coniugare i bisogni dei consumatori, il reddito dei pescatori ed i dati degli scienziati, per garantire che i nostri figli e nipoti possano gustare lo stesso tonno dei loro predecessori.