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Abbiamo iniziato raccogliendo i frutti che la natura ci donava spontaneamente ma, ben presto, ci siamo resi conto che, per vivere, c’era bisogno di più cibo e quindi abbiamo iniziato a coltivare.
Da allora non abbiamo più smesso di farlo. Sicuramente oggi lo facciamo in modo diverso ma l’obiettivo è sempre lo stesso: coltiviamo per continuare a vivere.
Dapprima diverse tecniche, e poi l’attuale tecnologia, hanno stravolto il mondo dell’agricoltura, ma ciò che ha spinto tutto questo è stata, senza dubbio, la domanda: siamo circa 8 milioni di persone e abbiamo tutti fame!
La richiesta sempre maggiore di prodotti agroalimentari ha fatto sì che l’aratro, nei secoli, cambiasse la propria forza motrice (uomo, buoi, trattore) e che l’irrigazione, fortunatamente, non fosse più legata alle precipitazioni o al trasporto su lunghe distanze di secchi d’acqua colta dal pozzo più vicino.
Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha reso tutto ciò, oramai, ovvio e scontato, portando il pensiero e le azioni verso la cosiddetta agricoltura 4.0: un’agricoltura fatta sempre di semi, terra, acqua e sole ma anche di droni, intelligenza artificiale, trattori a guida autonoma e dati satellitari.
L’agricoltura del futuro
L’agricoltura digitale rappresenta oggi uno dei settori più promettenti per affrontare la sfida della sostenibilità e favorire l’incremento della produzione alimentare.
Grazie ai recenti progressi dell’intelligenza artificiale e del machine learning (apprendimento automatico) e all’utilizzo di robotica e droni, l’agricoltore può migliorare tutti i processi, dalla pianificazione delle colture alla loro raccolta e distribuzione.
Le immagini satellitari e le tecniche di telerilevamento, insieme a sensoristica, robot e droni, consentono di ottenere, tramite algoritmi avanzati di elaborazione, importanti informazioni che possono aiutare l’agricoltore a stimare la salute delle colture.
Tutte queste diavolerie moderne permettono da un lato di sostenere le aziende agricole, anche contro eventi nefasti come stagioni aride o malattie infestanti, e dall’altro di rispondere alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alle informazioni sulla tracciabilità dei prodotti e sulla loro sostenibilità ambientale e sociale.
Un mercato in crescita
Quello dell’agricoltura 4.0 è un ambiente nel quale si muovono, con incrementata produttività, sempre più aziende. Nel 2018, il mercato globale dell’agricoltura 4.0 valeva 7 miliardi di dollari con l’Europa che ha generato circa il 30%, come riportano i dati dell’osservatorio Smart Agrifood presentato da Confagricoltura.
Anche il nostro Paese è in forte sviluppo, con un valore di mercato compreso fra i 370 e i 430 milioni di euro, ossia circa il 5% del complessivo mondiale e circa il 18% di quello europeo.
Questi numeri importanti portano i grandi gruppi tecnologici ad investire sempre di più in questo settore. Ne è un esempio Microsoft che sta aumentando il proprio impegno in FarmBeats, un progetto di digital farming che combina sensori IoT (Internet of Things), analisi dei dati e apprendimento automatico.
FarmBeats: agricoltura e sostenibilità alla portata di tutti
Inizialmente sviluppato a livello sperimentale, il programma è stato reso disponibile sulla piattaforma cloud Microsoft Azure cosicché gli sviluppatori disponibili a creare nuovi applicativi possano sfruttare le potenzialità di calcolo della cloud e i dati che questa aggrega e valuta.
L’obiettivo del progetto di Microsoft, realizzato e divulgato con il contributo attivo del fondatore Bill Gates, è quello di sostenere gli agricoltori a livello globale, soprattutto quelli delle aree più povere del mondo o in via di sviluppo, mettendo a loro disposizione strumenti tecnologicamente avanzati che siano, al contempo, semplici da utilizzare e a basso costo affinché, tramite questi, possano aumentare la conoscenza e le potenzialità della propria fattoria.
Il progetto raccoglie dati da una vasta gamma di fonti (sensori, satelliti, droni, stazioni meteorologiche) con l’obiettivo di trasformarli in informazioni utili per l’agricoltore.
Proprio quest’ultimo obiettivo è la grande sfida di FarmBeats: raccogliere, unire e analizzare tutti i dati provenienti dalle diverse fonti in modo da non aumentare il carico di lavoro dell’agricoltore, bensì ottimizzandone la produttività. Saranno l’intelligenza artificiale e il machine learning a permettere tutto ciò.
Forse è ancora lontano il momento in cui l’agricoltore andrà a lavoro in giacca e cravatta e si siederà nel suo ufficio per comandare a distanza i vari dispositivi che coltivano, per lui, i suoi terreni, ma vedere svolazzare droni per i campi e agricoltori che controllano la salute delle piante tramite immagini satellitari non è poi così diverso.