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L’economia circolare è una delle tematiche più in voga del momento. Tutti ne parlano ma pochi sanno cosa sia di preciso e, ancor meno, riescono a realizzarla concretamente.
Il problema maggiore non è tanto l’ignoranza sul tema quanto la difficoltà nel passare da un’economia banalmente lineare a una circolare: bisogna cambiare totalmente il modo di pensare e, sopratutto, di progettare e realizzare tutti gli oggetti che oggi utilizziamo.
Infatti, per fare economia circolare non basta riciclare la plastica o la carta, c’è bisogno che ogni oggetto sappia quale sarà la sua “seconda vita” già dalla sua prima realizzazione.
È in questo modo che si riesce a limitare il numero dei rifiuti: ogni oggetto che oggi buttiamo, nel futuro non avrà il tempo di diventare un rifiuto perché avrà un secondo fine, una seconda destinazione.
Un mondo senza rifiuti (o quantomeno il minor numero possibile) sarebbe fantastico ma, come potete immaginare, la strada per ottenerlo non è di certo rettilinea.
La nuova edilizia circolare
Uno dei settori dove l’economia circolare può portare enormi vantaggi è l’edilizia.
Secondo l’European Environment Agency (EEA) “occorre fare di più per prevenire o riciclare la grande quantità di rifiuti prodotti dal settore delle costruzioni e delle demolizioni in Europa.
Tali rifiuti, come rottami metallici, cemento usato o prodotti in legno, costituiscono attualmente il più grande flusso di rifiuti nell’Unione Europea. Al momento, molti dei flussi di materiale provenienti dai lavori di demolizione e ristrutturazione non sono adatti per il riutilizzo o per il riciclo di alta qualità. Questo sta bloccando gli sforzi per passare a un’economia circolare”.
Questo è quanto emerso dal rapporto “Construction and demolition waste: challenges and opportunities in a circular economy“, redatto congiuntamente dall’European Environment Agency e dall’European Topic Centre on Waste and Material in a Green Economy.
Un’edilizia circolare permetterebbe di raggiungere gli obiettivi della politica europea in materia di rifiuti, come la prevenzione dei rifiuti, l’aumento della qualità e della quantità del riciclaggio e la riduzione dei rifiuti pericolosi.
Riciclo zero nell’edilizia? No ma…
Nel 2016, nell’Unione Europea i rifiuti da costruzione e demolizione (escluse le terre da scavo) hanno raggiunto quota 374 milioni di tonnellate e l’European Environment Agency evidenzia che “l’elevato volume e la natura dei rifiuti prodotti sono difficili da gestire ma rappresentano anche una chiara opportunità per attuare solide pratiche di gestione dei rifiuti secondo i principi dell’economia circolare”.
Considerati questi dati e la situazione attuale, è palese perché il settore delle costruzioni venga considerato, secondo il piano d’azione della Commissione Europea, un settore prioritario per l’economia circolare.
Bisogna, però, ricordare che il cantiere non è una fonte netta di rifiuti bensì alcuni rifiuti vengono da sempre riutilizzati; ciò che va migliorata è la tipologia di recupero attuata finora e difatti, a tal proposito, il rapporto fa notare che “un esame più attento delle pratiche di gestione dei rifiuti a livello nazionale mostra che il recupero dei rifiuti da costruzione si basa in gran parte sul valorizzare le operazioni di riempimento, usando i rifiuti e le macerie raccolti per riempire i buchi nei cantieri, e sul recupero di basso livello, come l’utilizzo di cemento riciclato e frantumato o delle pietre (aggregati) nella costruzione di strade”.
Idee “circolari” dall’Unione Europea
L’European Environment Agency conclude: “Una migliore prevenzione dei rifiuti e un riciclaggio di qualità superiore possono essere raggiunti se vengono seguite determinate misure per migliorare i prezzi, per migliorare le informazioni su quali materiali sono utilizzati negli edifici e per migliorare la fiducia degli utenti nella qualità dell’utilizzo di materiali secondari, insomma per realizzare attività migliori e ispirate all’economia circolare”.
Queste sono le proposte con cui l’Unione Europea spera di riuscire ad avviare la circolarità nel settore dell’edilizia, una circolarità che dovrebbe espandersi in tutti i settori affinché si possa beneficiare, tramite uno stile di vita più sostenibile, di un pianeta meno inquinato e più bello.