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Con dei costi di costruzione intorno ai 5,5 miliardi di dollari, Marina Bay Sands a Singapore è il resort più costoso mai costruito.
L’edificio consiste in tre torri di 55 piani collegate tra loro ed un’area di circa 15 ettari. La costruzione venne completata nel 2010, con un anno di ritardo a causa dell’aumento del costo dei materiali ed una scarsità di lavoratori.
Si tratta di un’opera progettata dallo studio di architettura di Moshe Sadfie, con la collaborazione tecnica ed ingegneristica della ditta di consulenza Arup e la supervisione di Ssangyong Engineering and Construction.
Assieme ad altri elementi urbanistici in parte già completati, in parte da realizzare, come il Marina Bay Financial Centre, vari complessi residenziali, il Singapore Flyer1 e gli Esplanade Theatres, il Marina Bay Sands integrated resort completa idealmente una “collana di perle” di attrazioni turistiche presso la Marina Bay di Singapore.
La vision
La visione che ha mosso i vari attori che hanno contribuito alla costruzione è stata quella di costruire non tanto un edificio quanto un “settore urbano”.
Il concetto era quello di creare un centro urbano di aggregazione per il 21esimo secolo: vitale, connesso con la natura, interattivo, a scala umana e sostenibile dal punto di vista climatico, di taglia e complessità enormi.
L’Urban Redevelopment Authority di Singapore concepiva il fronte della Baia come un segmento del continuum dei percorsi che circondano la Baia stessa e si estendono fino al Singapore River.
Il deposito di materiale che ha creato la Baia era inteso per creare una baia chiusa, in grado di completare il circuito e, con l’aiuto di una diga, convertire la baia stessa in una riserva d’acqua dolce.
Questi percorsi sono stati perciò sviluppati secondo il concetto latino del Cardo Maximus, una strada che, assieme al Decumano (nel caso di Singapore rappresentato da Marina Bay Boulevard) connette in maniera perpendicolare il complesso di Marina Bay Sands al resto del tessuto urbano.
Una volta determinata la struttura fondamentale degli spazi sono stati disposti negozi, il centro congressi, il casinò, due teatri e le tre torri-albergo.
Il complesso alberghiero e l’ArtScience Museum
Avendo definito la struttura si è passati ad altri due pezzi fondamentali del puzzle, ovvero il complesso alberghiero e l’ArtScience Museum.
Per il promontorio della baia c’era bisogno infatti di un edificio dall’alto valore culturale, che diventasse un’icona per Singapore.
Venne scelto quindi l’ArtScience Museum in quanto rappresentante dello spirito di Singapore e venne concepito un sistema di gallerie sotterranee ed una struttura flottante che tendesse verso l’alto, per creare una forma iconica.
Oggi infatti, chiamato come “la mano di benvenuto” da alcuni e “il loto” da altri, è l’elemento centrale dell’esperienza dei percorsi che circondano Marina Bay.
Il problema successivo fu creare un network appropriato di parchi, giardini e piscine, tarato sulle necessità di un resort urbano di questa scala.
Dato che gli spazi attorno erano già stati utilizzati e non potendo inserirli sopra il casinò ed il centro congressi, l’idea fu di creare il cosiddetto SkyPark, un network di giardini di 1,24 ettari che unisce le tre torri e sporge di 66,5 metri verso nord, creando un osservatorio pubblico che sovrasta la città al 57esimo piano.
Le sfide non furono poche, ad esempio scavare per sei piani nel fondo instabile creato dai depositi e proteggere la costruzione delle fondazioni dalla pressione dell’acqua e del suolo.
Le sequenze di costruzione e la creazione di supporti temporanei per la costruzione del complesso furono altre fasi molto complesse e delicate da seguire. Tuttavia il risultato parla da sé.
Il Sands SkyPark
Fiore all’occhiello del complesso, il Sands SkyPark, con i suoi 38m di larghezza e 340m di lunghezza è il più lungo ponte d’osservazione abitabile sospeso, ed è oggi un’icona per Singapore.
Coprendo un’area di più di un ettaro e lungo come 4,5 Airbus A380s, lo SkyPark è adagiato sopra le tre torri del Sands Hotel e include giardini, ristoranti, una piscina “infinita” (ovvero nella quale sembra non vi siano bordi) grande circa 1400mq e contenente 1,4 milioni di litri d’acqua, nonché come detto una piattaforma a sbalzo di 66,5m che offre ai visitatori una vista a 360 gradi della città.
Una delle sfide più difficili fu quella di compensare i movimenti naturali delle torri che supportano lo SkyPark, e venne risolta progettando e costruendo 5 distinte piattaforme di giunzione.
La strategia fu quella di dividere lo SkyPark in tre zone corrispondenti alle torri, ed isolare lateralmente ogni porzione. Gli elementi dello SkyPark sono completamente articolati per compensare i movimenti differenziali delle torri sotto l’azione della gravità, del vento e dei carichi sismici, creando una struttura reticolare nei passaggi da una torre ad un’altra.
Benché perfettamente supportati, i cuscinetti dei ponti sono dotati di speciali collegamenti per mantenere ogni piattaforma al proprio posto in caso di terremoto.