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Spesso e volentieri, quando si sente parlare di inquinamento globale ambientale ed atmosferico, quando si dipingono scenari foschi e si auspica ad una riduzione della concentrazione del gas serra, si pensa che l’umanità pagherà il prezzo poi, più avanti, in un qualche futuro invisibile così come lo sono quelle particelle di cui si parla.
Sicuramente non ora, giusto? Ora ci sentiamo al sicuro e immuni a tutto, come se quel conto non dovesse essere presentato a noi. Eppure, non è così: la pena del contrappasso è già qui.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale Sanitaria ci sono circa 12,6 milioni di morti all’anno per inquinamento globale, in altre parole 1 uomo su 4 muore a causa dei danni ambientali.
I paesi più colpiti sono quelli del Sud-Est asiatico e del Pacifico Occidentali, non solo le località a basso reddito, ma anche a medio.
Situazione dell’Inquinamento Globale in Europa
In Europa, secondo dati risalenti al 2012, i decessi causati dall’esposizione a fattori ambientali inquinanti ammonta a circa 1,4 milioni di persone e, inoltre, su un campione di circa 133 malattie, almeno 101 hanno mostrato un nesso molto significativo con l’inquinamento globale(i dati sono noti grazie al rapporto Preventing disease through healthy environments: a global assessment of the burden of disease from environmental risks).
Le prime dieci malattie studiate nella relazione citata sono:
- Ictus (2,5 milioni di morti ogni anno)
- Cardiopatie ischemiche (2,3 milioni)
- Lesioni involontarie come, tra gli altri, gli incidenti stradali (1,7 milioni)
- Tumori (1,7 milioni)
- Malattie respiratorie croniche (1,4 milioni)
- Malattie diarroiche (864000)
- Infezioni delle vie respiratorie (567000)
- Condizioni neonatali (270000)
- Malaria (259000)
- Lesioni volontarie, in altre parole suicidi (246000)
Come spesso accade sono i bambini e gli anziani i soggetti più a rischio, poiché più deboli e con le difese immunitarie più carenti rispetto ai giovani e agli adulti.
Ogni anno 1,7 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni e 4,9 milioni di adulti di età compresa tra i 50 e i 70 anni perdono la vita per colpa di una cattiva gestione dell’ambienta e questo non solo potrebbe, MA DEVE essere evitato.
Di che inquinamento si parla?
L’inquinamento globale da cui siamo colpiti è unicamente di origine antropica e investe ogni elemento naturale.
È dannoso l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, le radiazioni ultraviolette, la luce artificiale, l’inquinamento acustico… insomma, ogni conseguenza, diretta o meno, a breve o lungo tempo, del nostro comportamento e delle politiche energetiche errate, mirate solo all’arricchimento e non alla preservazione di ciò che ci sta attorno.
Se i paesi, se il mondo intero, così come è stato messo in evidenza non per ultimo durante il COP 21 di Parigi, non corrono ai ripari, la condizione non può che peggiorare, anche perché continua il surriscaldamento globale, molto dannoso per la geomorfologia della Terra e che, di conseguenza, comporta terremoti, maremoti, eruzioni ed altre calamità naturali simili.
Che cosa si può fare per migliorare la nostra condizione?
Se si vive in un ambiente sano, ovviamente, si è sani. Questa è la base del tentativo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di condurre una campagna a favore del risparmio energetico. Infatti, risulta evidente che è necessario un mutamento nella politica energetica e, di conseguenza, occorre un profondo cambiamento del comportamento sociale.
Per prima cosa si devono ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, quindi cercare una sempre maggiore indipendenza dai fuel, ovvero dai combustibili fossili, che, bruciando, liberano la CO2.
Inoltre, bisognerebbe aumentare l’utilizzo delle green energy per sfruttare al meglio ciò che la natura ci dona, cercando di danneggiarla il meno possibile. Ci si deve muovere verso la costruzione di case con una buona efficienza energetica, con dei materiali che hanno un elevato potere isolante e dei validi termostati per la regolazione della temperature; verso l’utilizzo di nuovi elettrodomestici; cercando di attuare una ripianificazione dell’assetto urbano e un maggiore controllo sulla circolazione dei veicoli appare basilare dinnanzi alle morti.
Tuttavia i cambiamenti climatici dovuti all’inquinamento globale stanno portando anche ad un altro fenomeno, causa anch’esso di centinaia di morti: le migrazioni ambientali.
Sebbene non ci siano ancora molti dati disponibili, è accreditato e certo che tante morti in mare, tanti nuovi profughi ( è stato persino coniato il termine di profughi ambientali) sono spinti ad abbandonare le loro terre a causa di grandi siccità o inondazioni o altre catastrofi naturali causate dalla concentrazione di elementi particellari inquinanti in aria e nel suolo.
E, allora, il mondo si svegli dal suo torpore e agisca! Bisogna smettere di credere nell’immortalità della nostra specie, bisogna comprendere che le nostre azioni hanno conseguenze tangibili che verranno pagate per intere generazioni.
Siamo sicuri di voler lasciare questa terribile eredità ai nostri figli?