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Avete presente quella lucina, spesso rossa, presente sui nostri apparecchi elettronici quando non li usiamo? Può essere l’ora sul forno a microonde, lo spazzolino elettrico lasciato in carica, la televisione e il suo pallino rosso, la radio che saluta con la scritta “welcome”. In tutti questi casi, i nostri elettrodomestici risultano in stand-by, perché non li stiamo utilizzando ma i segnali elettrici sono visibilmente presenti e dietro ad essi c’è quindi un consumo, o meglio uno spreco, di energia.
Ogni apparecchio che resta in tensione e che si accende senza un interruttore meccanico, ma piuttosto con un pulsantino, ha un proprio consumo in stand-by.
Se poi l’apparecchio in questione è dotato anche di telecomando, i consumi in stand-by salgono ulteriormente, perché il circuito alimentatore deve mantenere attivo anche il sistema di ricezione di questo dispositivo. Soprattutto quando andiamo in vacanza e lasciamo le apparecchiature elettroniche a casa da sole, esse diventano sostanzialmente inutili.
Sarebbe sempre meglio lasciarle spente, sia per evitare brutte sorprese al ritorno dalle ferie, come possono essere malfunzionamenti elettrici dovuti a black out o scariche di tensione che possono danneggiare i circuiti, sia per evitare sprechi inutili, che inevitabilmente ricadono sulla bolletta.
Per il solo mese di agosto ad esempio, secondo uno studio di Selectra (gestori del sito Luce-Gas.it), paghiamo circa 15 euro in più per colpa dell’esistenza dello stand-by. La somma, in un anno, cresce fino a 72 euro! Secondo una indagine europea, infatti, le apparecchiature collegate in rete, spente o non in uso, consumano comunque l’11 per cento di tutta l’elettricità che usiamo durante l’anno. Non si può più quindi dare la colpa della bolletta salatissima al vicino che ci ruba in qualche modo l’energia elettrica, al coinquilino che si fa la doccia troppo lunga o all’amico che fa esercizi di stretching con la luce accesa!
Oltre al nostro portafogli, anche l’ambiente risulta danneggiato, poiché l’energia elettrica sprecata deriva, in Italia, per lo più da centrali termoelettriche a gas naturale, elemento che produce anidride carbonica.
Quali sono gli elettrodomestici che consumano di più?
L’elettrodomestico più energivoro è il frigorifero con i suoi 480 Wh al giorno, seguito da radio e stereo (197 Wh), dal computer (175 Wh), dal router per connettersi a internet (108 Wh), e infine dalla televisione (94 Wh). Supponendo che ogni casa italiana abbia ormai tutti questi elettrodomestici al proprio interno, il consumo totale in stand-by è risultato essere di 46,3 Kwh, solamente per il mese di agosto 2016.
Stimando il costo dell’energia 0,315 euro per kilowattora, le lucine degli elettrodomestici in un anno consumano circa 320 kWh, pari appunto a 72 euro. Pensate a qualche sfizio che vi potreste togliere con quei soldi! Grazie al semplice accorgimento di staccare tutte le spine ad agosto, il risparmio mensile in bolletta è stato calcolato in 14,6 euro.
Il più grande dei problemi relativi a questo inutile spreco è da attribuire alle grandi aziende produttrici: secondo un’inchiesta del Politecnico di Milano nell’ambito di un progetto europeo di monitoraggio sulle politiche energetiche, in cui sono stati analizzati 6 mila prodotti, circa un terzo di questi attualmente in vendita in Europa non rispetta le nuove norme relative allo stand-by, superando gli oltre 3 W di potenza assorbita da fermo, cioè il triplo di quanto previsto dall’apposita direttiva europea del gennaio 2010!
Quindi si vendono macchinari che fanno spendere più del previsto, che consumano più di quanto la legge consenta e che vengono venduti come se fossero a norma! Le cose in Italia non vanno tanto meglio, dato che il nostro paese non ha fatto nessun passo concreto per favorire l’adozione della direttiva.
Che soluzione possiamo adottare per ridurre / azzerare gli sprechi d’energia?
La soluzione, evidentemente, è facilissima. Basterebbe staccare la spina per evitare di sprecare ogni anno oltre un miliardo di euro e ridurre le emissioni di CO2 di oltre 3,6 milioni di tonnellate. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, si consumano 19 miliardi di dollari per colpa dello stand-by con un rilascio in atmosfera di 44 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Sommando la produzione di anidride carbonica evitata dai soli elettrodomestici lasciati in stand-by negli Stati Uniti e in Europa si raggiungerebbe quasi la quota di 50 milioni di tonnellate che l’Italia dal 2012 si è impegnata a tagliare per rispettare gli accordi europei sul clima nel 2020 (solamente con l’applicazione di strumenti e sistemi per l’efficienza energetica).
Addirittura, per i televisori e le consolle basterebbe acquistare una presa multipla, la cosiddetta ciabatta, dotata di interruttore e ricordarsi di spegnerla ogni volta che non si utilizzano questi apparecchi. Inoltre quando se ne acquista uno nuovo, è caldamente consigliato leggere bene le varie informazioni presenti sull’etichetta, come ad esempio la classe energetica di appartenenza.
La conclusione ultima dello studio del Politecnico di Milano evidenzia come in Europa si potrebbe risparmiare il 14,2% dell’energia elettrica consumata in ambito domestico, semplicemente spegnendo per davvero gli elettrodomestici. Probabilmente si potrebbe risparmiare il funzionamento di decine di centrali elettriche a carbone, che riguardano anche tutto il ciclo del materiale (estrazione, trasporto, sminuzzamento) che, se ci pensiamo, servono solamente ad alimentare i consumi dei nostri apparecchi, spenti.