Il 2020 è da poco iniziato e un’approfondita panoramica sull’attuale scenario di mercato delle rinnovabili in Italia è stato proposto, di recente, da Lorenzo Parola, capo della divisione energy dello studio legale inglese Herbert Smith Freehills e con alle spalle un’esperienza ventennale nel settore.

È il fondatore, insieme a Ref-e e Public Affairs Advisors, esperti in studi economici sull’energia, della Ppa Committee. Un comitato che sta analizzando le cause che rallentano o addirittura ostacolano la “market parity” del fotovoltaico in Italia.

Ovvero, la possibilità che sul mercato energetico all’ingrosso ci sia una reale competitività tra il prezzo di scambio dell’energia prodotta dal fotovoltaico e quello dell’energia prodotta dalle fonti fossili.

E quindi che il fotovoltaico, in regime di market parity, venda energia sulla borsa elettrica ad un prezzo inferiore, se confrontata con quella prodotta dalle altre fonti convenzionali.

energie rinnovabili 2020

Quali sono, pertanto, le prospettive di crescita, le caratteristiche del mercato e cosa frena ancora la diffusione delle tecnologie “verdi” nel nostro Paese?

Domanda e offerta: il mercato italiano oggi

Il traino, da un lato, è rappresentato dall’ingente domanda di rinnovabili e ciò costituisce una grande spinta, in tal senso, per l’incremento della quota di energia pulita in Italia.

Ad attrarre gli investitori, tra gli altri aspetti, è la curva del prezzo dell’energia in salita. Ciò che frena, dall’altra parte, come spesso accade, è la burocrazia, poco incline a rilasciare autorizzazioni in tempi brevi e ciò contribuisce a scoraggiare gli investimenti sul nostro territorio.

Lento è, d’altronde, il complesso e farraginoso sistema normativo regionale, responsabile del rilascio delle autorizzazioni. In definitiva, l’Italia è definita al momento dagli esperti del settore un “seller’s market”: un mercato, cioè, in cui prevale di gran lunga la domanda rispetto all’offerta e dove gli acquirenti sono nettamente più numerosi dei venditori.

Ad ogni modo, il nostro Paese risulta essere uno dei più allettanti per gli investitori intenzionati a realizzare impianti fotovoltaici. In Europa si colloca, infatti, al terzo posto dopo Spagna e Portogallo. In forte ascesa risulta, al contempo, anche la Grecia.

Perché proprio queste nazioni?

Non solo godono tutte di un forte irraggiamento, ma hanno, al contempo, anche obiettivi ambiziosi in termini di decarbonizzazione e di quote di energia prodotta da fonti rinnovabili a livello europeo.

Uno scenario rinnovato

energia rinnovabile nel 2020

Tornando all’Italia, risulta mutata in maniera radicale la tipologia di investimenti fatti nel settore, in termini di:

  • Protagonisti
  • Rischi assunti
  • Flussi di cassa

Circa i protagonisti, oggigiorno a “farla da padroni” sono i privati. Se prima l’energia veniva venduta tramite incentivi soprattutto agli enti pubblici, ora i principali attori del mercato italiano sono i privati. Nella maggior parte dei casi, pertanto, l’investitore sarà, al contempo, anche l’utilizzatore della propria energia autoprodotta.

Anche per quanto riguarda i rischi assunti dagli investitori si sono registrate novità. Lorenzo Parola illustra infatti che molto investitori – stranieri, ad esempio – decidono di assumersi il rischio di costruzione. Ciò è dovuto al fatto che andare sul mercato dell’energia per comprare impianti già pienamente autorizzati sembra non garantire i ritorni economici auspicati.

I flussi di cassa, infine, vedono attualmente affluire un’ingente quantità di denaro, in termini di investimenti, soprattutto dai Paesi del sud-est asiatico, piuttosto che dagli Stati Uniti o dalle nazioni europee. Dalla Cina, in primo luogo, all’avanguardia nel campo delle rinnovabili e leader a livello internazionale nel fotovoltaico.

Oltre la burocrazia: le altre criticità da risolvere

L’Italia risulta essere un Paese molto attraente per gli investitori, in primo luogo, per quanto riguarda il fotovoltaico. Tuttavia, per favorire la crescita, al di là dell’annosa questione burocratica, altre due criticità, seppur minori, restano da sanare – fa notare la Ppa Committee:

  • La volatilità del prezzo dell’energia, rispetto ad altri Paesi.
    Se, ad esempio, compro energia in Spagna riesco a coprirmi dalla volatilità del prezzo per 7 anni, in Italia solo per 3. Dopodiché risentirò della volatilità del prezzo per il 100%.
  • La competitività e la convenienza del prezzo dell’energia sul lungo periodo. I contratti dell’energia sono, infatti, di lunga durata e l’acquisto di energia per il proprio ciclo produttivo ha quindi un alto impatto sui costi di produzione. Incide molto sui costi e gli acquirenti industriali temono di comprare, per lungo tempo, energia a prezzi – variabili – poco convenienti, anche rispetto ai propri concorrenti sul mercato.  

Prospettive

energia rinnovabile scenari 2020

Ad ogni modo, si guarda con fiducia – sostiene Lorenzo Parola – al raggiungimento degli obiettivi del piano nazionale integrato energia per l’Italia.

A spingere positivamente soprattutto tre elementi: l’esigenza di decarbonizzazione, l’economicità della tecnologia rinnovabile e la digitalizzazione.

Quest’ultima, in particolare, determina una crescita addirittura esponenziale ogni qual volta investe un determinato settore. Lo conferma quanto avvenuto non molti anni fa nel mondo delle telecomunicazioni.

Circa infine la fonte “dominante” tra le varie risorse rinnovabili a disposizione, è interessante quanto sta avvenendo nel fotovoltaico nella prospettiva della market parity. L’eolico, invece, sembra essere ancora legato, per funzionare, al meccanismo incentivante.