Qual’è la differenza tra ora legale e ora solare? La prima, in vigore nei mesi caldi, garantisce giornate più lunghe e produttive. La seconda ci accompagna in autunno e in inverno e fa tramontare il sole un’ora prima. Ma non è solo questione di luce: quei sessanta minuti di differenza tra i due orari portano risparmio energetico ma, nei primi giorni dall’entrata in vigore, possono provocare disturbi psicofisici.

Nel 2016, l’ultimo fine settimana di ottobre si tornerà all’ora solare che, nella notte tra sabato 29 e domenica 30, prenderà il posto dell’ora legale attualmente in vigore, secondo la direttiva 2000/84/Ce del Parlamento Europeo e del consiglio del 19 gennaio 2001.

La storia di questo particolare avvenimento che si rinnova ogni anno è particolare e densa di esperimenti e revoche: Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, teorizzò durante la metà del ‘700 l’ora legale per ottenere un risparmio: un orario convenzionale che seguisse la luce del sole gli sembrò idoneo a sostenere un minore consumo per l’illuminazione di strade e residenze tramite candele, olio per lampade e torce.

energia solare e energia legale differenze e risparmio

L’idea trovò per la prima volta applicazione soltanto durante la prima guerra mondiale, quando il risparmio di energia si impose come un imperativo. Nel 1916 la House of Commons di Londra diede il via libera al “British Summer Time“, una sperimentazione che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Nel nostro Paese l’ora legale è stata adottata per la prima volta nel 1916, dal 3 giugno al 30 settembre. La norma rimase in vigore fino al 1920 e poi venne abbandonata. Nel 1940 Mussolini decretò che fosse necessaria, la riammise e ritornò ad essere un appuntamento fisso per gli orologi, fino al 1948, anno in cui venne nuovamente abolita. L’adozione definitiva risale al 1966, ma da quella data si modificò ulteriormente. Il regime definitivo è entrato in vigore nel 1996 quando si è fissato di prolungarne ulteriormente la durata dall’ultima domenica di marzo fino all’ultima di ottobre, definendo il momento di cambio effettivo dell’ora durante la notte, per evitare spiacevoli disagi derivanti dalla confusione che avrebbe potuto creare durante una giornata lavorativa!

Secondo un’indagine del Codacons risalente al 2008, gli italiani sono “equamente divisi tra chi è favorevole all’arrivo dell’ora legale e chi vorrebbe la sua eliminazione. Su 500 intervistati il campione si è spaccato esattamente a metà: 50% contrario all’introduzione e 50% favorevole”. Perché l’opinione pubblica italiana è sostanzialmente spaccata a metà sull’utilità di questo procedimento inventato dall’uomo? Cerchiamo di rispondere a questa domanda analizzando i pro e i contro del cambiamento di orario.

Vantaggi del passaggio dall’Ora legale all’Ora solare 

energia solare ed energia legale

Innanzitutto bisognerebbe chiamare questo procedimento come si fa in inglese e cioè “daylight saving time“, cioè orario di risparmio della luce diurna. In un rapporto stilato nel 2008 per il Congresso Americano dal proprio Dipartimento dell’Energia, si conclude che l’aver anticipato di 4 settimane l’ora legale, usanza attuata dagli Stati Uniti dal 2005, ha fatto risparmiare globalmente lo 0,5 per cento delle bolletta energetica, così da poter prevedere di risparmiare ogni anno non meno di quattro miliardi di dollari.

Inoltre, secondo le stime di Terna, nel 2013 in Italia, grazie all’adozione dell’ora solare, abbiamo evitato di produrre circa 560 milioni di kilowattora, una quantità di energia corrispondente al fabbisogno annuo medio di 180 mila famiglie, con una conseguente riduzione delle emissioni di anidride carbonica di almeno 300 mila tonnellate. Anche il bioritmo è facilitato perché il momento della sveglia e quello del sonno serale sono maggiormente compatibili con le ore di luce naturale e di buio.

Svantaggi del passaggio dall’Ora legale all’Ora solare 

ora solare e ora legale

Secondo uno studio dell’Università della California, l’ora legale non farebbe affatto risparmiare: sono stati analizzate sette milioni di abitazioni nello Stato dell’Indiana e la conclusione sarebbe che l’ora legale comporterebbe un aumento dei consumi annuali delle utenze domestiche tra l’1 e il 4 per cento, per una spesa aggiuntiva di 8,6 milioni di dollari l’anno.

Colpa di una diffusione quasi totale dei condizionatori d’aria anche ad uso domestico, che in Europa sono assai meno diffusi e che comporterebbero un aumento dei consumi elettrici da parte delle famiglie.

In più, un’indagine dell’Energy Institute australiano sostiene che i risparmi sono solo apparenti. Secondo l’istituto difatti, il risparmio viene sempre calcolato sulle ore interessate dalla maggiore quantità di luce (quelle pomeridiane). Se invece si fa il confronto tra queste ultime e la maggiore richiesta di energia tra le 7 e le 8 del mattino e quella usata nelle ore più tarde (perché mediamente si rimane svegli più a lungo) il risparmio risulta prossimo allo zero. Alcuni studi hanno inoltre evidenziato in alcune persone disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione, legati a stress cardiaci e psicologici.

Insomma, sembra che i vantaggi e gli svantaggi dell’ora legale dipendano dalla collocazione geografica ed anche dalle consuetudini di consumo dell’energia elettrica. Personalmente, a parte il fatto che dai dati sperimentali dell’ente per la produzione e distribuzione di energia italiana risulta esserci davvero un risparmio considerevole, apprezzo particolarmente la possibilità di vivere giornate con più sole durante tutto l’arco dell’anno, ma chi è che sarebbe contrario?