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Tra le tante fonti di energia rinnovabile sviluppate sul nostro pianeta un posto di particolare rilievo è occupato dall’eolico, ovvero l’energia ricavata tramite quella che arriva con il vento. Il principale uso dell’energia eolica è nella conversione della stessa in energia elettrica e viene oggi sfruttata tramite diversi sistemi, tra cui il più diffuso e noto è quello dei parchi eolici composti dalle cosiddette “pale”, impianti studiati per una certa altezza in modo da ricevere più energia dal vento.Come è giusto che sia, si tratta di una tecnologia ancora abbastanza giovane, che impiegherà anni per sostituire le fonti non rinnovabili come i combustibili fossili. Il principale problema che si pone al momento è proprio quello dell’affidabilità del vento. In parole povere, non si può mai essere sicuri della quantità di vento che arriva ad una centrale e, di conseguenza, anche la produzione può risultare discontinua. I passi in avanti ci sono grazie agli studi fisici ed alla ricerca in generale, che localmente permette di calcolare le aree in cui la velocità del vento risulta mediamente più elevata.
L’energia eolica è una tecnologia che ha iniziato ad essere impiegata con maggior vigore a partire dall’inizio del nuovo millennio. Ci sono voluti pochi anni prima che la produzione totale e la capacità degli impianti crescesse esponenzialmente, fino a coprire oggi una percentuale importante del consumo di elettricità nel mondo, ovvero un 3% circa. Detto in altri termini, grazie alla conversione di energia eolica, si è arrivati a far arrivare energia elettrica ad oltre 200 milioni di persone.
Tale percentuale è destinata ad aumentare se gli Stati intensificheranno ancora di più gli sforzi per incrementare le capacità produttive dell’eolico, ma possono essere anche soggette a flessioni in caso di eventi climatici avversi. In linea di massima, il settore è in crescita grazie agli investimenti di due grandi Paesi su tutti: la Cina e gli Stati Uniti. Queste due nazioni, che si danno battaglia da alcuni anni in termini economici, sembrano aver ingaggiato una sorta di lotta anche per avere il primato nell’eolico.
Energia Eolica in Cina: A che punto siamo?
E’ un dato, in particolare, che la dice lunga sull’impegno che gli asiatici stanno concentrando nell’ottimizzazione di questo tipo di fonte energetica: la Cina ha da poco superato l’Unione Europea per capacità produttive dei suoi impianti eolici. Questo vuol dire che mettendo insieme tutti i parchi e le strutture allestite tra gli stati UE per ricavare energia eolica, non si arriva a quanto riesce a fare la Cina con i suoi impianti. Si tratta di un dato che indica l’energia che può essere potenzialmente prodotta, non la produzione stessa, ma che comunque rispecchia l’ingente sistema che sta mettendo a punto la Cina.
La Cina ormai investe più nel vento che nel nucleare, stando sempre a quello che dicono i numeri, ed ha ambizioni importanti, su tutte quella di coprire l’85% di consumo di elettricità con fonti rinnovabili entro il 2050. Al momento, data l’importanza che rivestono ancora i combustibili fossili, sembrerebbe un’impresa più che una sfida, ma nel giro di 35 anni quell’85% potrebbe diventare anche 90% se il trend continua così. Come riporta il sito Greenbiz.it, la Cina ha più di un motivo per orientare il suo fabbisogno energetico verso le fonti rinnovabili.
Innanzitutto, la Cina si avvia a diventare la prima economia al mondo e non può permettersi di fermarsi per una crisi energetica, che è sempre dietro l’angolo con le tensioni nei paesi produttori ed un prossimo esaurimento del petrolio. A Pechino, inoltre, ci sono dei dati tutt’altro che positivi sull’inquinamento, che è aumentato in maniera importante come conseguenza della crescita stessa. Per queste ragioni la Cina continuerà ad investire nel settore riservando un occhio di riguardo all’eolico, assicurandosi il controllo di un mercato che sarà nelle economie mondiali del futuro.
Energia Eolica negli Stati Uniti: piccoli passi in avanti negli ultimi anni.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, le statistiche parlano di una copertura del 4-5% nella produzione di energia elettrica. Su una popolazione di circa 315 milioni di persone, almeno 16 sfruttano energia elettrica ricavata dagli impianti eolici. Non si tratta di chissà quali cifre, come ha osservato lo stesso Obama negli scorsi mesi, ma è pur sempre un passo avanti rispetto all’1% del 2007.
Gli americani, in particolare, nel 2015 si sono piazzati al primo posto per produzione di energia eolica, superando anche la Cina che ha una capacità molto maggiore ma non ha potuto sfruttarla appieno nell’anno appena trascorso. Anche questi dati ci dicono molto dello sforzo attuato durante la gestione Obama di migliorarsi e di sfruttare in maniera prima intensiva poi estensiva le risorse a disposizione.
Ciò che fa ben sperare gli americani è che in stati come Iowa e South Dakota, l’eolico arriva a coprire già il 30% circa dei consumi di elettricità e fornisce lavoro già a migliaia di persone. L’obiettivo stabilito durate questi anni di governo Obama è di giungere, in circa un trentennio, a triplicare la produzione ma soprattutto di costruire nuove strutture che trasmettano l’energia a case, industrie e così via.
E in Europa?
In Europa il quadro è abbastanza buono. Nel 2014 si è stimata una copertura elettrica dell’8% da parte dell’energia eolica. I trascinatori sono Paesi come la Germania, che fino a qualche anno fa si contendeva il primato con USA e Cina, ma anche Spagna e Danimarca. C’è un’associazione non governativa che si chiama EWEA, che è attiva dal 1982 nell’eolico è sta monitorando la situazione in tutto il Mondo. Ebbene, stando a quanto rilevato dai loro centri statistici, anche l’Europa si è posta, come gli USA, degli obiettivi nel prossimo trentennio: arrivare a 320 GW di capacità eolica e soddisfare qualcosa come un quarto della domanda totale in UE.
A questo proposito è utile ricordare che il 2015 ha fatto registrare un aumento della capacità del 6%, che corrisponde ad un incremento di 12GW nella capacità eolica. I dati sembrano favorevoli al progetto, ma il CEO della EWEA Dickson ha lasciato intendere che sono pochi i Paesi con obiettivi chiari e politiche efficaci. Il settore risulta, ad oggi, ancora trainato da potenze quali Germania, Francia e Gran Bretagna, mentre la maggior parte degli stati rimanenti non affronta con entusiasmo la tematica energetica.
In tutto ciò, come si posiziona l’energia eolica in Italia?
In tutto ciò, l’Italia si posiziona al quinto posto in Europa per capacità eolica, che si attesta al 2015 intorno ai 9GW. Come ha anche segnalato Legambiente nel 2014, però, nonostante un trend positivo l’Italia soffre la mancanza di impianti off-shore. In un linguaggio meno tecnico, si parla di impianti eolici installati in mare. Quella degli off-shore è stata un’intuizione brillante della tecnologia, in quanto sfrutta le forti correnti marine che si generano a chilometri dalla costa.
Si può dire benissimo che, senza questa tipologia di impianti, sia l’Europa che la Cina non avrebbero mai avuto una crescita così importante nel settore. Il problema è che in Italia questo tipo di impianto rimane, al momento, solo un progetto. L’ANEV, la più autorevole associazione nel settore eolico in Italia, sta insistendo con il presidente Renzi per avviare la pratica che porterà all’installazione degli impianti. La prima inaugurazione sarà probabilmente vicino alla costa di Taranto, dove sarà costruito un impianto che alimenterà tutto il porto cittadino; si tratta del primo impianto nel Mediterraneo.
In Italia il quadro geografico premia nettamente le regioni del Centro-Sud, con la Sicilia e la Puglia a guidare la classifica delle regioni più produttive della penisola. Tra le zone più floride c’è il confine tra Puglia e Campania, con grandi impianti nelle province di Avellino e Foggia, in Calabria principalmente il crotonese, mentre in Sicilia ce n’è uno molto vasto nel comune di Camporeale, in provincia di Palermo.
La speranza è che l’Italia si apra in maniera sempre più decisa verso le fonti rinnovabili e sblocchi definitivamente la situazione dell’energia eolica. La nostra penisola potrebbe diventare leader europeo di un mercato chiave del futuro e competere con i più grandi colossi come Cina e Stati Uniti.