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Più di trent’anni sono passati, dalla peggiore catastrofe nucleare civile della storia, quella avvenuta a Chernobyl, il 26 aprile del 1986. Tutto il mondo è rimasto incollato davanti alle immagini devastanti, che giungevano dalla centrale e dai territori intorno. Le conseguenze della carica radioattiva, che si è sprigionata con l’esplosione, sono purtroppo ancora evidenti.
Eppure, in questi mesi il territorio disastrato torna a vivere, grazie al progetto denominato Solar Chernobyl.
Il progetto Solar Chernobyl
Solar Chernobyl è la nuova centrale solare dell’Ucraina. La struttura di Solar Chernobyl è progettata dalla compagnia energetica ucraina Rodina con la compagnia tedesca Enerparc Ag. E’ indicativo che il progetto di rinascita prenda avvio a soli 100 metri dal reattore numero 4, quello che nel 1986 scoppiò, innescando la catastrofe nucleare.
Solar Chernobyl si compone di oltre 3700 pannelli solari disposti su circa 1,6 ettari di terreno. Dal 1° luglio 2018, la nuova centrale solare Solar Chernobyl ha iniziato ad immettere nella rete la propria produzione elettrica. L’impianto è ancora piccolo, 1 MW di potenza e con una produzione stimata attorno ai 1024 MWh l’anno, ma sufficiente a coprire il consumo di circa 2000 abitazioni circostanti, in pratica un piccolo paese.
L’impresa è appena avviata, ma comunque resta unica ed è di importanza epocale. Come afferma il direttore della partnership ucraino-tedesca Solar Chernobyl, Evgeny Variagin: “Nessuno ha mai tentato qualcosa di simile prima d’ora, né a Chernobyl né altrove nel mondo”. Continua poi Variagin: “Pensiamo che questo sia il posto migliore per progetti di energia solare, questa terra ha sofferto così tanto a causa del disastro nucleare e un progetto come questo può riportare questi luoghi all’umanità”.
Perché la scelta di progettare Solar Chernobyl
Il progetto è sicuramente prezioso ed unico al mondo, ma soprattutto esso è frutto di attenti studi di monitoraggio dell’intera zona. A partire dal 2013, il governo dell’Ucraina ha avviato studi di fattibilità, per poter individuare una zona idonea all’installazione di un impianto fotovoltaico.
Ed ecco che laddove prima c’era l’energia nucleare si è deciso di produrre invece energia pulita. Tale area idonea infatti è stata identificata in una zona specifica proprio della centrale di Chernobyl. Per capire il perché di questa scelta, occorre sapere che l’unità della centrale colpita dall’esplosione del 1986 è stata ricoperta interamente da un sarcofago impermeabile, circa due anni fa.
Tale copertura ha permesso di ottenere un forte calo delle radiazioni locali, con un ribasso registrato attorno al 90%. Però nonostante queste operazioni di messa in sicurezza, circa 2600 chilometri quadrati rimangono ancora esclusi dall’intervento di bonifica e risultano abbandonati, a causa della presenza di contaminazione radioattiva.
Al momento quindi l’installazione dell’impianto fotovoltaico Solar Chernobyl rappresenta la soluzione migliore. Lo scopo è quello di poter tornare a sfruttare la parte di suolo che non è né abitabile, né adatta all’agricoltura.
In realtà, dopo il primo investimento di un milione di euro, il programma previsto per la centrale solare è già ben più ampio. La partnership ucraino-tedesca mira infatti a produrre con Solar Chernobyl 100 MW di fotovoltaico entro la fine del 2019.
“È un terreno economicamente vantaggioso e con un buon livello di irraggiamento solare” ha dichiarato Ostap Semerak, ministro dell’Ambiente e delle risorse naturali ucraino.
Attualmente, tanti sono gli investitori interessati ad accaparrarsi le tariffe favorevoli proposte dal governo ucraino in materia di energia sostenibile. Si consideri che l’affitto dei terreni adibiti ad energia sostenibile è 4 o 5 volte più conveniente, rispetto al resto del mercato.
Per questo motivo in Ucraina si sta avviando un fiorente processo di progettazione ed installazione di centrali ad energia solare. Sicuramente prezioso e significativo è il fatto che tale conversione energetica possa partire proprio dall’area di Chernobyl.
La natura, con la flora e la fauna, stavano già ricostituendo un certo equilibrio nei pressi della ex centrale nucleare, ora spetta all’uomo riuscire a riprendersi quella terra, senza rischiare più la propria vita.