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Negli Stati Uniti c’è aria di cambiamento energetico.
E’ dai ormai qualche anno che il grande colosso mondiale cerca di produrre energia, specialmente energia elettrica, in modo alternativo e cerca di incentivare sempre di più le energie rinnovabili.
Sebbene per loro naturale tendenza siano conservativi, le previsioni della U.S. Energy Information Administration mettono in luce un futuro (e neppure troppo lontano), in cui il fotovoltaico sarà il protagonista escludendo quasi del tutto un valido avversario: il carbone.
Secondo quanto è riportato dall’ultimo Annual Energy Outlook la prospettiva è quella, da oggi ed entro al 2040, del fotovoltaico come seconda fonte per nuova potenza installata, dopo il gas, che mantiene la sua indiscussa corona e non retrocede, confermandosi fonte primaria per la produzione di energia elettrica, non solo negli Stati Uniti d’America, ma anche nel resto del mondo, specialmente in Cina.
Che cosa sta succedendo?
Sta succedendo che il gigante, prima dormiente, del fotovoltaico si sta risvegliando, come già si poteva evincere a partire dal 2013.
Infatti, superata la barriera dei 10 GW, con un terzo trimestre da record e con il grosso ausilio dei prezzi scesi del 60% in 3 anni, nel 2013 si è arrivati a 4,3 GW di nuova potenza.
Si è realizzato così uno storico sorpasso sulla Germania e gli Usa si candidano, con Cina e Giappone, ad essere il primo mercato mondiale. Secondo i dati raccolti da GTM Research che ha collaborato a tal fine con la Solar Energy Industries Association (SEIA) statunitense, nel terzo trimestre del 2013 si sono stati installati negli States 930 MW: +20% rispetto ai tre mesi precedenti e +35% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso.
Quali sono le previsioni per il futuro riguardo il fotovoltaico?
Per prima cosa sin prevede di installare almeno 351 GW di nuova potenza elettrica entro il 2050.
Di questi:
- Il 73% dei contributi verrà dal gas
- Il 24% dei contributi verrà dalle risorse rinnovabili.
In particolar modo, degli 83 GW che verranno dalle energie green, si prevede, circa la metà (per la precisione 39 GW) , sarà fotovoltaico, con un ruolo centrale degli impianti su tetto, che contribuiranno al 60% della nuova potenza.
Al contrario, sembra ormai giunta al suo tramonto l’energia ricavata tramite il nucleare e tramite il carbone, che – da qui ai prossimi trent’anni circa – ricopriranno un ruolo sempre più marginale.
Si è calcolato che esse rivestiranno il 3 e l’1% della nuova potenza prevista per i prossimi 26 anni. È opportuno anche evidenziare che la maggior parte della potenza che è attualmente prodotta da carbone è riconducibile alle centrali che sono già in costruzione in questo periodo.
Al contrario, mentre sul fotovoltaico non pesa, vi è anche da considerare l’incertezza sul futuro del fonte del carbone, specialmente in relazione ai limiti di emissione di gas ad effetto serra che, in maniera inevitabile, riduce la sua attrattività economica.
Nonostante ciò, la fiducia nel gas come fonte sicura, già provata, ad ampio stoccaggio rimane molto alta, specialmente da parte dell’utenza, la quale è interessata di più – anche giustamente e, soprattutto, in maniera del tutto comprensibile – alla propria bolletta piuttosto che alla ricerca futura ed incerta.
La società di consulenza Bloomberg New Energy Finance stima che nei prossimi 16 anni negli States si installino oltre 200 GW di nuova potenza proveniente dalla luce del sole, in gran parte su tetto.
Tra le altre cose prevede anche che da qua al 2030 da noi, in Italia, si installeranno oltre 80 GW di nuova potenza tra fotovoltaico ed eolico (eventualità del tutto auspicabile).
L’azienda cioè che la crescita della potenza da FV sarà di poco inferiore a quella del gas e la supererà nettamente se la si somma al massiccio contributo che ci si attende dall’eolico.
Speriamo, quindi, che il trend di crescita del colosso mondiale, di una delle più grandi potenze politiche ed economiche, possa favorire una svolta e possa aprire il sentiero alla ricerca, alla tecnologia, alle nuove energie che pian piano diventano una necessità sempre più concreta.