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L’azienda statunitense, pioniera nel trasporto pesante alimentato a celle a idrogeno, agita il mondo della mobilità sostenibile con la sua batteria rivoluzionaria: niente più litio, minor peso e maggiore densità energetica.
La Nikola Motor Company, dal 2014, produce veicoli pesanti, ibridi o full-electric, alimentati da fuel cell a idrogeno, ricalcando il percorso seguito da Elon Musk per le sue vetture Tesla con batterie agli ioni di litio.
Ma cosa avrà spinto l’azienda di Phoenix a virare dall’idrogeno verso un sistema a batteria?
Le odierne batterie per veicoli elettrici devono rispettare criteri di peso, dimensione e capacità.
La Nikola Motor sembra intenzionata a modificare per sempre l’attuale equilibrio tra queste caratteristiche: secondo le prime indiscrezioni, la nuova batteria dovrebbe raddoppiare l’autonomia dei veicoli elettrici, senza incrementarne il peso e, soprattutto, senza far lievitare i costi.
Il prototipo Nikola
Diamo un po’ di numeri.
La Nikola Motor, nel comunicato del 19 Novembre dal titolo “Nikola Corporation to Unveil Game-Changing Battery Cell Technology at Nikola World 2020“, elenca le strabilianti caratteristiche dalla sua nuova batteria, la prima al mondo a elettrodo indipendente (free-standing/self-supported electrode):
- densità energetica di 1.100 Wh per kg a livello di materiali, il che si traduce in circa 500 Wh per kg a livello produttivo, ossia più del doppio dei normali accumulatori al litio;
- vita utile di oltre 2.000 cicli di scarica/ricarica;
- costi di produzioni ridotti del 50% rispetto alle batterie al litio;
- aumento dell’autonomia di un’auto elettrica da 300 a 600 miglia, ossia da circa 480 km a circa 960 km;
- riduzione di peso del 40% rispetto alle attuali batterie.
Inoltre, i materiali utilizzati saranno meno costosi, eco-friendly e riciclabili, il tutto sempre senza incorrere nel rischio di inficiare i livelli di sicurezza necessari (i produttori si aspettano che il prototipo superi i test di sicurezza contro i cortocircuiti).
A livello costruttivo, così come espresso nel comunicato, la principale novità è quella di rimuovere il materiale legante e i collettori di corrente, consentendo un maggior accumulo di energia.
Purtroppo, non sono state date altre informazioni ma è presumibile un abbandono del litio e degli altri metalli pesanti, famosi per la loro scarsa sostenibilità ambientale.
Il debutto che tutto il mondo aspetta
Trevor Milton, CEO della Nikola Motor Company, è ovviamente entusiasta della sua tecnologia e dichiara: “Questo è il più grande progresso che abbiamo visto nel mondo delle batterie. Non stiamo parlando di piccoli miglioramenti, stiamo parlando di raddoppiare la capacità delle attuali batterie”.
L’azienda sta reclutando esperti del settore per velocizzare l’entrata in pre-produzione della batteria. Sempre Milton si chiede “Perché non condividere quanto sappiamo con il mondo?” e infatti la sua Company è già pronta a vendere la proprietà intellettuale ad altri produttori.
La miracolosa batteria sarà mostrata al pubblico durante l’evento Nikola World in programma nell’autunno del 2020. Manterrà le promesse fatte, dando la definitiva spinta per l’affermazione sul mercato mondiale dei veicoli full-electric?
Qualche dubbio rimane
Come riportato in uno degli ultimi articoli su electrek.co, sito web dedicato all’energia e alla mobilità sostenibile, i dubbi sulla nuova strada intrapresa dalla Nikola Motor non sono pochi.
Infatti, l’azienda, dalla sua istituzione ad oggi, ha più volte modificato la propria linea produttiva: ha iniziato con l’idea di autoarticolati ibridi a gas naturale, per passare alle fuel cell a idrogeno investendo anche in una rete di stazioni di rifornimento, ed infine aveva deriso lo sforzo della Tesla nel produrre un veicolo pesante full-electric, il Tesla Semi, definendo impossibile l’alimentazione con la sola batteria elettrica di un “semi-truck“.
E ora? Ora sembra che la Nikola si sia ricreduta, puntando tutto sulla sua nuova batteria per far camminare i propri trattori stradali.
A oner del vero, bisogna ricordare la parzialità del sito, da sempre sostenitore del gruppo Tesla, il cui Tesla Semi, tra l’altro, sembra palesemente derivare il proprio design dal modello Nikola One.
Insomma, solo il futuro ci dirà chi aveva ragione.