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Il piano cinese sulle energie rinnovabili potrebbe migliorare il sistema di approvvigionamento energetico mondiale per tutto il mondo. Lo State Grid Corporation of China, ha infatti lanciato un progetto molto ambizioso, che permetterebbe di impiegare delle nuove reti per poi trasportare l’energia elettrica in tutto il resto del mondo.
L’obbiettivo di questo piano è riuscire per il 2050 a promuovere la produzione del 90% di elettricità esclusivamente da fonti rinnovabili.
Riportare a galla un vecchio progetto europeo
Lo State Grid Corporation of China ha deciso di sfruttare un vecchio progetto europeo proposto da un’azienda tedesca la Desertec. Il progetto tedesco prevedeva di utilizzare gli infiniti spazi nel deserto del Sahara per produrre energia elettrica attraverso degli impianti fotovoltaici destinati a produrre energia per l’Unione Europea.
Il progetto a cause delle varie crisi politiche e dei problemi con i paesi arabi, portò il progetto Desertec a naufragare inesorabilmente. Il progetto, però ora vorrebbe essere ripreso da Pechino, ma con un’ottica completamente differente.
Infatti, la Cina vorrebbe si utilizzare il deserto del Sahara per la produzione di energia elettrica tramite i pannelli solari, ma questa sarebbe destinata a tutto il mondo e non solo all’Europa. Inoltre il progetto di produzione di energia da fonti rinnovabili, non dovrebbe derivare solo dai pannelli fotovoltaici ma anche da altri impianti da distribuire in tutto il mondo.
Ad esempio, la Cina pensa ha realizzare un parco eolico nelle zone ventose presenti nell’Artico e nelle zone non abitate del resto del mondo. Oltre all’artico, le pale eoliche potrebbero essere distribuite anche in Antartide.
Questa massiccia realizzazione di moduli solari, e parchi eolici permetterebbe di sfruttare al massimo la produzione dell’elettricità grazie all’impiego del vento e del sole. Grazie a questo progetto, sarebbe possibile portare il mondo a produrre sino al 90% dell’elettricità direttamente da fonti rinnovabili.
Questo progetto naturalmente comporta un investimento globale non indifferente, la cifra stimata è pari a 50mila miliardi di dollari nei prossimi 30 anni.
Le difficoltà nella realizzazione del piano
Per realizzare questo piano però bisogna tenere in considerazione alcune questioni geopolitiche che potrebbero mettere in difficoltà il desiderio della Cina di cooperare a livello internazionale e realizzare un sistema di rifornimento energetico globale.
Al momento esistono diverse tensioni a livello internazionale, inoltre questo progetto mette diversi governi sulla difensiva per paura che la Cina possa monopolizzare la produzione di energia elettrica, oltre che darebbe un’impronta cinese alla globalizzazione. Oltre a questi problemi, bisogna considerare anche che l’installazione dovrebbe avvenire in paesi, che non apprezzano l’ingerenza di altri paesi all’interno degli affari sovrani.
Le difficoltà geopolitiche sono difficili da superare, ma ci sono anche diverse difficoltà dal punto di vista di rapporti internazionali tra la Cina e gli Stati Uniti. Infatti, da quando è stata istituita l’amministrazione Trump i rapporti con il paese cinese sono sempre molto tesi, e negli ultimi periodi non si sono verificati passi concreti verso la conciliazione.
Oltre alle difficoltà geopolitiche e tecniche, bisogna considerare anche i problemi dovuti agli investimenti, all’accesso alle materie prime, allo sviluppo di società che possano promuovere una collaborazione proficua tra gli stati occidentali e orientali. A fronte di ciò, comunque, lo State Grid of China, sta iniziando ad ampliare la sua azione nei vari settori, infatti è approdata in Africa, sta sostenendo diverse società d’investimenti, e sta promuovendo anche lo sviluppo dell’auto elettrica. Infine, in Italia, lo State Grid of China ha acquistato il 35% della Cdp Reti, controllando così il 30% di Terna, la società volta alla distribuzione dell’energia in Italia.
Il progetto, sicuramente potrebbe essere a livello mondiale ideale per riuscire a produrre abbastanza energia elettrica per tutto il mondo entro il 2050. Naturalmente per ottenere ciò, tutti i paesi dovrebbero cooperare al fine di rendere fruibile quest’energia a tutti e con le medesime prerogative.