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Ebbene sì, potrà anche sembrare impossibile, ma questo bizzarro progetto ha trovato la sua realizzazione e, ora, si può dire che basta una bottiglia di plastica da un litro per illuminare una città poco più piccola di Torino ( in termini di abitanti).
Questo si è potuto realizzare grazie alla visionaria e bellissima progettazione degli studenti del Massachusetts Institute of Technology: trasformare in bulbi di lampadine delle bottiglie di plastica.
Questo “milione di litri” di luce ha permesso di modificare la vita di una comunità molto povera delle filippine grazie soprattutto alla fondazione My Shelter che si è adoperata affinché venisse effettuata una grossa campagna di riciclo e venisse messa in gioco la creatività dei residenti delle baraccopoli.
Dopo il riuscito esperimento, anche India, Bangladesh, Tanzania e Isole Fiji vogliono sviluppare questa tecnologia per i quartieri più poveri e disagiati delle loro città.
A liter of light
Il progetto “ A liter of light” è uno sviluppo dell’idea mai brevettata di Alfredo Moser, abitante del Brasile che con i soldi risparmiati grazie a questa invenzione ha potuto mandare la figlia a scuola. In seguito è stata modificata dagli studenti della MIT con il fine di portare non solo un cambiamento economico ma, soprattutto, sociale nelle zone più disagiate delle Filippine.
Infatti oltre 3 milioni di utenti non è fornita di allacciamento alla rete nazionale e, pertanto, non dispone dell’illuminamento adeguato neppure per le attività famigliari e lavorative basilari. Inoltre, i pochi collegamenti che esistono, sono molto difettosi e sono le cause di numerosissimi e mortali incidenti.
Che ingredienti servono?
Gli studenti notarono che una normalissima bottiglia PET riempita di acqua distillata e, circa, un tappo di candeggina per litro (circa quattro cucchiai), posta su una tettoia al sole, era in grado di produrre luce per circa 60 W per tutto il giorno.
Naturalmente nei quartieri più poveri e nelle baraccopoli, già l’acqua potabile è considerata un bene di lusso e non accessibile a tutti, pertanto è impensabile l’idea dell’utilizzo di acqua distillata, in altre parole purissima.
Tuttavia con l’uso della normale acqua si è stimato un ricavo di 55 W. È un modo estremamente semplice e del tutto economico per ricavare luce laddove non solo non vi è un collegamento alla rete elettrica, ma anche uno scarso illuminamento naturale.
Infatti le baracche sono costruite così vicine da impedire l’edificazione di finestre e, per di più, il costo dell’energia elettrica è estremamente elevato, tanto che la maggior parte delle famiglie non può permetterselo. La plastica è in grado di riflettere la luce del sole (che la colpisce a 360°) in modo del tutto analogo alle lampadine e quindi di diffonderla orizzontalmente all’interno delle case.
Come funziona?
I tetti delle baracche di Manila, città delle Filippine che conta circa due milioni di abitanti, sono dipinti di nero impedendo anche alla luce naturale di giungere all’interno. Il nero ha, per lo più, la funzione di attirare le radiazioni solari.
La bottiglia viene quindi inserita in un foro della giusta dimensione praticato all’interno del tetto metallico e viene quindi sigillato il foro con del silicone per evitare l’infiltrazione in casa dell’acqua piovana. La candeggina ha la funzione di disinfettante, quindi è utilizzata come cloro, ovvero mantiene l’acqua pulita da eventuali germi e la rende limpida.
L’impianto può essere installato in meno di un’ora e può durare fino a cinque anni.
Innovazione o spreco?
Per i paesi ricchi del mondo, la bottiglia che funziona come lampadina è si una bellissima occasione di risparmio economico, ma anche una fonte di spreco poiché la plastica non si degrada facilmente e la candeggina è un prodotto tossico. Pertanto l’utilizzo di lampadine led a basso consumo rimane la soluzione ideale, poiché presenta un buon rapporto tra costi e benefici.
Tuttavia, esistono paesi in cui persino l’acqua pulita è un lusso spesso irraggiungibile e la luce, di conseguenza, diventa abbastanza superflua. La vera innovazione di questa tecnologia non è tanto nella bottiglia di per se stessa (il fenomeno della riflessione della luce è alla base della fisica moderna), ma nella democrazia che questo illuminamento porta. Una luce in casa vuol dire sicurezza, vuol dire dialogo, studio, lavoro, dignità.
Vuol dire che tutti possono trovare nella propria casa un riparo e non un luogo buio in cui semplicemente soggiornare per necessità. Quindi sì, questa semplice bottiglia da un litro è in grado di sconvolgere il mondo, perché vedere ciò che ci sta davanti dovrebbe essere un diritto di tutti.