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Quando avete letto il nome di questo articolo vi sareste potuti chiedere: è davvero possibile illuminare delle opere così di pregio e così antiche con delle lampade ultramoderne? Non si rischia di snaturare la vera natura dei dipinti di Raffaello, i quali sono abituati a esser messi sotto le luci di riflettori creati appositamente per le opere d’arte?
Proveremo a rispondere a questi interrogativi nelle prossime righe.
Chi è Osram
Innanzitutto partiamo col presentare la società che si è occupata di questo progetto: è la Osram Licht AG, fa parte del gruppo Siemens ed ha sede a Monaco di Baviera. Conta più di 33 fabbriche in 14 nazioni diverse e si occupa di illuminotecnica.
Chiaramente è un campo molto vario e la società è attiva in diversi settori diversi che svariano dalle luci per le automobili fino alle luci per i cinema, passando per quelle relative al settore retail e per gli uffici, trovando soluzioni interessanti anche per quanto riguarda eventi specifici, come spettacoli, concerti o manifestazioni sportive.
Cosa sono e dove si trovano le stanze di Raffaello?
Le stanze di Raffaello, invece, sono un insieme di stanze (Stanza dell’Incendio di Borgo, la Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro e la Sala di Costantino) che furono commissionate al celebre pittore e architetto durante il periodo artistico del Rinascimento italiano. Le volte e le pareti affrescate, famose in tutto il mondo, fanno parte del percorso dei Musei Vaticani.
Non è la prima collaborazione tra lo Stato Vaticano e l’azienda tedesca: il primo intervento risale al 2014, quando fu completata la nuova illuminazione della Cappella Sistina; l’inaugurazione delle nuove luci presenti in Piazza San Pietro, nel 2016, ha ulteriormente migliorato i rapporti tra le parti.
Ecco che allora, soddisfatti del lavoro svolto dalla Osram, i Musei Vaticani hanno deciso di commissionare all’azienda anche le Stanze raffaellesche, in quanto la materia in questione è assai delicata; far interagire una luce artificiale con un’opera d’arte non è così facile come si potrebbe immaginare, poiché è un lavoro delicato per cui bisogna prestare molta attenzione.
In che modo Osram ha illuminato le stanze di Raffaello
Passiamo ora a descrivere il sistema di illuminazione in se: sono 2400 i Led totali che illumineranno le varie stanze; la tipologia del diodo è chiamata OSLON RGBCWW, mentre gli apparecchi luminosi sono gli OSRAM SdR440.
La particolarità di questi componenti riguarda la presenza di 5 canali diversi per ogni Led con tecnologia driver embedded (che sono sistemi elettronici di elaborazione digitale a microprocessore), ma anche la possibilità di regolarli da remoto tramite wireless.
Altro aspetto importante, se non fondamentale per l’applicazione per cui son stati creati, è l’elevata uniformità della distribuzione della luce nello spazio senza dimenticare che gli elevati valori dell’indice di riproduzione cromatica (cioè quanto la luce artificiale riesce a ricreare i colori naturali) sono così efficienti che esaltano tutti i diversi pigmenti nelle differenti cromie.
Inoltre i Led sono collegati ad un software decisamente innovativo che consente di controllare, punto per punto, tutti i parametri funzionali alla regolazione dello spettro luminoso, così da permettere di trovare differenti soluzioni per ogni condizione luminosa.
La temperatura di colore è stata programmata sui 3450 kelvin (quindi una luce calda adatta ad ambienti i cui colori principali sono il rosso, l’arancione e il giallo) e i livelli di illuminamento in un range compreso tra 50 e 70 lux, il che li rende più facili da uniformare.
Non solo questi apparecchi migliorano la visibilità dei capolavori dell’artista di Urbino (garantiscono i visitatori), ma essendo il Led una tecnologia a risparmio energetico, grazie a questa installazione si salvaguardano consumi energetici eccessivi per l’illuminazione.
Giustamente però ciò che i responsabili dei Musei Vaticani esigono è che la conservazione delle opere non sia messa in discussione. Grazie ai Led Osram gli affreschi non subiscono stress termici dovuti all’elevato riscaldamento delle lampadine, ma non vengono neanche sottoposti agli effetti negativi delle radiazioni ultraviolette e infrarosse.