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Nella panoramica ingegneristica attuale assume sempre un maggiore rilievo la materia che ha come obbiettivo accrescere la sensibilizzazione e la cultura illuminotecnica, dando un particolare rilievo ai temi del risparmio energetico e dell’inquinamento luminoso: la progettazione illuminotecnica eco-sostenibile.
Quali sono i danni dell’inquinamento luminoso?
Le conseguenze dell’inquinamento luminoso sia sulla salute che sull’ambiente sono:
- Danni alla percezione visiva umana
- Danni alla percezione sensoriale di alcune specie animale
- Danni alla flora
- Danni ad alcune attività, come quelle degli astronomi
- Danni al turismo
- Danni economici
È provato, infatti, che una scorretta illuminazione non solo danneggia la nostra vista, costretta a sforzi maggiori del necessario e quindi ad un suo peggioramento, ma apporta un grave problema soprattutto alla flora e alla fauna. Infatti, secondo gli scienziati, molti animali sono confusi dalla luce artificiale e, spesso, non riescono a distinguere la notte rispetto al giorno e la loro caccia subisce una forte battuta d’arresto. Per di più, come venne evidenziano nel 1992 dallo scienziato B. E. Witherington , le testuggini preferiscono nidificare dove non vi è luce, cosa oggi spesso impedita a causa di fari e altri tipi di apparecchi.
Il danneggiamento del cielo notturno, oltre che ledere alla caccia di alcuni tipi di predatori, provoca nelle falene una perdita del senso dell’orientamento: esse, infatti, tendono ad orientare la loro rotta migratoria basandosi sulla luna e sulle stelle più luminose.
Problematica affine si affligge sulla flora: molte piante esposte alla luce artificiale hanno un ciclo di fotosintesi più veloce, quindi fioriscono e muoiono prima.
Infine, sono numerosi i danni economici che vengono prodotti nella società. Le attività astronomiche sono divenute problematiche: la troppa luce non permette di vedere chiaramente la volta celeste, specialmente in visione notturna.
Il danno paesaggistico notturno non è da sottovalutare, poiché comporta una riduzione del turismo, in quanto certi luoghi non più illuminati solo dalle stelle perdono la loro bellezza originaria.
A livello monetario è innegabile che un dispendio di energia comporta un dispendio inutile di risorse economiche, che potrebbero essere ridotte se solo si regolamentasse meglio l’illuminazione.
In Italia vengono annualmente spesi circa un miliardo di Euro per l’illuminazione esterna e almeno la metà potrebbe essere risparmiata.
Da cosa dipende l’inquinamento luminoso?
Gli effetti delle radiazioni luminose inquinanti dipendono dalla direzione dell’emissione del fascio luminoso proveniente dagli apparecchi illuminotecnici.
Dal momento che superfici differenti, sia per forma, che per superficie e colore, riflettono la luce in maniera diversa, appare evidente che per ridurre le immissioni in atmosfera è necessario minimizzare le emissioni verso l’alto dell’atmosfera.
Nel momento in cui un apparecchio illumina una superficie più estesa del necessario, la luce artificiale va a danneggiare ulteriormente la luce naturale presente, producendo così inquinamento.
COSA PREVEDE LA LEGISLAZIONE?
In Italia la legislazione prevede l’applicazione della UNI 10819, che regolamenta i diversi impianti di illuminazione, con opportune eccezioni riguardanti zone in cui si necessita di maggiore sicurezza o di maggior rilievo e quindi di maggiore luce, come avviene nelle carceri, nelle caserme, nelle ambasciate, nei musei e sui principali monumenti.
In questi casi, dovendo garantire un buon illuminamento verticale, è difficile evitare dispersioni di luce e, pertanto, sono state fatte delle deroghe alla legge sopra citata.
Spostando la visione a livello europeo, in tutto il vecchio continente dovevano essere bandite entro settembre 2012 tutte le lampadine a incandescenza per lasciare posto ai LED, a basso consumo, che prevedono un risparmio dal 25% al 40%.
ECOCOMPATIBILITA’
Esistono alcuni pilastri per ridurre l’impatto luminoso sull’ambiente:
- Come illuminare
- Quanto illuminare
- Ottimizzazione dell’impianto
- Gestione della luce
- Sorgenti efficienti
Per prima cosa appare evidente che si debba effettuare un energy saving, mirato al rifacimento quasi integrale degli impianti al fine di attuare una riqualificazione energetica tramite tecnologie smart. L’obiettivo principale di queste tecnologie, il cui cavallo di battaglia è attualmente l’utilizzo dei LED a basso consumo che comportano un risparmio energetico di circa l’ 85% rispetto alle lampade a fluorescenza, è ridurre le potenze medie istallate di circa il 29,2 % ed aumentare l’efficienza della sorgente del 12,6%.
LA LUCE PULITA
Una nuova e innovativa frontiera è rappresentata dalla lampada LITTLE SUN, progettata dall’istituto londinese Chatham House, da molti anni impegnato nella produzione dello sviluppo, specialmente in quei paesi in cui solo l’11 % della popolazione può avere l’ausilio dell’elettricità.
Nel 2012 nasce ad opera di un ingegnere e di un artista Little Sun una lampada alimentata esclusivamente con la luce solare, attualmente in commercio in Ghana, Senegal, Etiopia, Zimbabwe e Kenya, oltre che Giappone, Indonesia, Filippine, parte dell’Europa, Canada e Stati Uniti ( i ricavati nelle zone “ricche” del mondo servono a finanziare i più poveri).
La lampada ha un diametro di 12 cm e pesa circa 120 grammi. Le celle solari collegate ad una batteria riciclabile, permettono, dopo 5 ore di carica al sole, un’autonomia di 10 ore in modalità “soft” e di 4 ore in modalità “hard” e la batteria si esaurisce dopo tre anni di utilizzo. Il prezzo è variabile a seconda dei collegamenti elettrici esistenti: 22 euro per zone servite da rete elettrica, 11 euro per zone off-grid, riducendo in tre anni del 90% i costi dell’illuminazione.
Nella panoramica mondiale appare ormai evidente la necessità di ridurre gli sprechi di una parte di mondo, specialmente, così come sostiene l’ONU, dinnanzi ad una grossa fetta del nostro pianeta in cui l’elettricità è inesistente.
Si manifesta il bisogno di una luce creativa, sostenibile, economica, che possa aprire la strada ad infinite opportunità.