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L’aggiunta di un secondo contatore ad un’abitazione è un’opzione che viene considerata spesso non solo dai proprietari di case plurifamiliari, ma, anche se in misura minore, dalle famiglie stesse.
Per esempio, se nella casa viene ad abitare per un breve periodo di tempo un altro membro della famiglia oppure una persona esterna, come uno studente o un lavoratore stagionale, i membri del nucleo familiare potrebbero prendere in considerazione l’idea di aggiungere un secondo contatore all’abitazione per avere un’idea del consumo effettivo di elettricità e dividersi anche, in modo equo, la bolletta mensile dell’elettricità.
Tuttavia in Italia, a dispetto di quello che si crede, riuscire ad ottenere un secondo contatore non è così facile come si pensa (anzi, spesso è addirittura impossibile).
Innanzitutto, se l’abitazione ha un contratto di 1,5 KW in monofase, non è possibile mettere un secondo contatore nella medesima abitazione con il medesimo numero civico.
In secondo luogo un secondo contatore, oltre ad imporre alcune restrizioni sulla seconda linea, comporta anche delle spese implicite abbastanza importanti e che, soprattutto se il budget a propria disposizione è basso, non conviene affrontare.
Da ultimo, ma non meno importante, alcuni gestori vietano l’installazione di un secondo contatore per la stessa unità abitativa, quindi, a meno di non trovarne uno che operi contro la legge, ottenere un secondo contatore con lo scopo di dividere in modo equo la spesa può rivelarsi una missione davvero impossibile.
Bolletta dell’elettricità: come dividerla tra due unità familiari che abitano nella stessa abitazione?
Se i due inquilini che vivono nella stessa casa plurifamiliare hanno un rapporto di parentela molto stretto oppure sono legati da un’amicizia e da una conoscenza che dura da anni, se lo desiderano e se sono d’accordo, possono scegliere di dividersi a metà la bolletta mensile dell’elettricità.
Se invece il proprietario della casa non conosce la persona che arriva o non ha un rapporto di familiarità molto stretto con la medesima, in alternativa, questo per evitare che in futuro si verifichino litigi o discussioni di ogni genere, può adottare due soluzioni:
Suddivisione della bolletta in base alla metratura quadra
La prima, che è anche una delle più adottate nei condomini senza amministratore in cui sono presenti più inquilini, è quella di richiedere la bolletta dell’elettricità per l’intero edificio, poi di suddividerla tra tutti gli inquilini in base alla metratura quadrata degli spazi affittati.
In questo caso il costo per chilowattora (kWh) viene moltiplicato per l’utilizzo del singolo individuo in base alla metratura che il proprietario affitta.
Per una casa bifamiliare, o plurifamiliare, la famiglia originale che l’affitta, o che decide di ospitare per un breve periodo di tempo una persona esterna alla famiglia, può richiedere la fattura dell’elettricità dell’edificio, poi suddividerla con l’altra famiglia, o l’altro inquilino, in base alla metratura quadrata utilizzata.
Per esempio, se la metratura quadrata è costituita da una sola camera con bagno e una piccola cucina in cui lo studente si prepara di tanto in tanto qualche pasto serale, l’utente pagherà l’elettricità usata unicamente per quella metratura (anche nei periodi in cui è stato assente) quadrata e non quella di tutti gli spazi della casa, che invece spetteranno alla famiglia che lo ospita o a cui ha dato in affitto la camera.
Attenzione: sebbene questa strategia funzioni, non è la più efficace tra le due che abbiamo deciso di presentarti come alternative al secondo contatore elettrico, soprattutto se stai cercando di ridurre i tuoi consumi elettrici.
Frazionamento di un immobile e installazione di un nuovo contatore
La seconda soluzione, che è quella più fattibile (nonché più pratica), è quella di richiedere il frazionamento di un immobile e, di conseguenza, l’installazione di un nuovo contatore per la fornitura dell’elettricità.
Anche in questo caso però c’è un ma: a parte che questa soluzione dev’essere adottata solo nel caso in cui si preveda di affittare una parte della propria casa in modo definitivo, ma il frazionamento di un immobile richiede un iter piuttosto lungo, perché non basta dare i due piani superiori della propria casa ad un’altra famiglia e tenersi gli altri due inferiori per sé.
Prima di tutto è necessario chiedere l’autorizzazione al proprio Comune e, una volta ricevuto l’eventuale riscontro positivo, si dovrà comunicare, tramite lettera scritta, il cambiamento al catasto.
A frazionamento dell’immobile avvenuto si dovrà quindi richiedere un nuovo contatore elettrico, per la suddivisione equa delle spese, al proprio gestore di fiducia.
Il gestore può essere contattato per telefono, per email, per lettera scritta oppure, ovviamente nel caso in cui questo sia possibile, recandosi presso il suo sportello.
Quando chiederai il nuovo contatore elettrico per la tua casa frazionata, ricordati di comunicare al tuo gestore i tuoi dati anagrafici, l’indirizzo del tuo immobile, la tua concessione edilizia e la potenza del nuovo contatore che desideri installare.
C’è anche un caso particolare:
Come “trasformare un contatore di tipo Altri Usi a Uso Domestico Residente”.
È abbastanza complesso.