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Come ben sappiamo il rumore di un impianto per la distribuzione dell’acqua sanitaria può causare disagio. E’ per questo che la Commissione Acustica e vibrazioni ha recepito la norma EN ISO 3822-3.
Si tratta di un documento che incorpora l’aggiornamento della precedente normativa e ne costituisce una revisione tecnica.
La EN ISO 3822-3 specifica quali debbano essere le condizioni di montaggio e funzionamento per le valvole e le apparecchiature in linea. Tale norma si riferisce a quelle che controllano il flusso, la pressione o la temperatura dell’acqua negli impianti di distribuzione, quando si vuole misurare il rumore, emesso dal flusso stesso dell’acqua.
Cosa si intende per rumore
Prima di conoscere quali sono i criteri stabiliti dalla norma in questione, forniamo alcune definizioni per capire che cosa si intenda per rumore. Per suono o rumore, si intende una variazione della pressione atmosferica. Essa può avere diverse intensità.
La pressione genera un’onda. Quest’ultima si propaga nel mezzo e colpisce la parte sensibile dell’apparato uditivo. Tale apparato è in grado di percepire proprio le variazioni di pressione. Ora, l’ unità di misura del rumore è la più piccola differenza di energia sonora che può essere percepita dall’orecchio umano. Essa si definisce decibel con la formula dB.
Il rumore può propagarsi in due modalità:
- Per via diretta: le onde sonore si propagano direttamente dalla sorgente all’ascoltatore per via aerea;
- Per via indiretta: le onde sonore si creano a seguito di urti e vibrazioni prodotte sulle strutture dell’edificio;
I rumori esterni possono essere eliminati o ridotti tramite un adeguato sistema di infissi nella propria abitazione. Il problema a cui si lega la normativa, riguarda i rumori prodotti dagli impianti interni, sanitari e di scarico.
Il rumore negli impianti di scarico e la normativa UNI EN ISO 3822-3
La vibrazione della tubazione produce il rumore negli impianti di scarico. Essa è generata dalla caduta dell’acqua scaricata. Le cause della vibrazione possono essere:
- urto contro le pareti della colonna
- urto contro le pareti della tubazione
- il sifonamento
- urto al piede della colonna
Inoltre, tali vibrazioni si propagano poi dalla tubazione dell’impianto di scarico alle strutture stesse dell’edificio.
Per questo motivo, esistono degli accorgimenti, stabili anche per legge, che mirano a migliorare l’acustica degli edifici.
Approfondiamo ora tali indicazioni, analizzando la parte specifica della norma in questione.
Le norme UNI EN ISO 3822 sono suddivise in 4 parti.
Esse nella totalità descrivono le procedure per misurare in laboratorio il rumore emesso dai rubinetti e dalle apparecchiature negli impianti per la distribuzione dell’acqua.
Nello specifico, la suddivisione in parti è la seguente:
- 1° (2009): riguarda il “Metodo di misurazione”;
- 2° (1998): riguarda le “Condizioni di montaggio e di funzionamento dei rubinetti di scarico e miscelatori”;
- 3° (2018): considera le “Condizioni di montaggio e di funzionamento delle apparecchiature e delle valvole sull’impianto”;
- 4° (1998): tratta le “Condizioni di montaggio e di funzionamento per apparecchiature speciali”.
In particolare quindi, la parte terza della UNI ENI ISO 3822 si riferisce ad una revisione tecnica della precedente del norma del 2010. Essa specifica quali debbano essere le condizioni di montaggio e funzionamento per valvole e apparecchiature in linea.
L’applicazione è indicata per valvole in linea di dimensione nominale massima DN 32. Si tratta delle valvole in linea di concezione convenzionale. Tale applicazione coinvolge anche gli impianti che abbiano una portata massima di acqua non superiore a 1,6 l/s.
Inoltre, la parte terza della norma fornisce indicazioni da seguire per la progettazione acustica di un impianto di scarico. In realtà, se una progettazione è corretta, prevede a monte l’individuazione di possibili cause di rumore, oltre a cogliere i punti critici dell’impianto. Essa quindi opera già per contenere la trasmissione sonora strutturale e aerea delle vibrazioni.
La legge italiana ha inoltre stabilito i decibel massimi, per il contenimento del rumore all’interno degli ambienti abitativi. Ne risulta, che la rumorosità per gli impianti a funzionamento discontinuo, come gli scarichi idraulici e i bagni, non deve superare il limite di 35 dB.